MANTOVA L’antiquario Gian Pietro Serra lascia alla città di Mantova due importanti donazioni, che vanno ad arricchire le collezioni di Palazzo Ducale. “Con commozione ed enorme piacere doniamo queste due opere alla città di Mantova. In esse troviamo racchiusa l’essenza stessa della vita di nostro padre, il prof. Giovanni Serra, rinomato chirurgo e grande amante dell’arte.” (Gian Pietro e Paolo Serra, 2021)
Il primo manufatto è una scultura che rappresenta una “figura di santo” inquadrata tra due colonne che sostengono un arco carenato. Non conosciamo il nome del santo, possiamo soltanto ipotizzare che la scultura fu eseguita alla fine del Trecento, massimo agli inizi del XV secolo. La formella in pietra, grossa circa 35 per 14 centimetri, è parte dello stesso complesso scultoreo del quale Palazzo Ducale conserva – da oltre un secolo – altri tre frammenti. Si tratta di parti di un monumento medievale donate nel 1869 dal conte Massimiliano Alberigi Quaranta di Torricella alle collezioni del Museo Patrio, poi confluite nel 1915 presso la reggia gonzaghesca. La notizia dell’esistenza di un quarto pezzo dello stesso monumento si diede solamente nel 1985: fu rinvenuto nella corte Tedolda di Villa Saviola e diventò proprietà di Gian Pietro Serra, che ha deciso di donarla al Palazzo Ducale, affinché andasse a completare i resti già lì conservati. Il monumento è un sepolcro funebre di rara tipologia, ossia a pilieri laterali riccamente decorati e figurati, come nella tomba del doge Michele Morosini nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia.
La seconda donazione, convenuta insieme al fratello Paolo, è una scultura di differente provenienza: si tratta di un busto in bronzo del 1980 dell’artista contemporaneo Aldo Falchi, nato a Sabbioneta nel 1935 e da poco scomparso (2019); la sua opera più celebre è il Rigoletto in bronzo posto proprio nella casa omonima in piazza Sordello. L’opera donata ritrae il dott. Giovanni Serra (1893-1975), a lungo attivo presso l’Ospedale Carlo Poma di Mantova. Per questo motivo la Direzione di Palazzo Ducale ha deciso, con il consenso e la collaborazione dell’Istituto sanitario, di esporlo proprio all’interno dell’ospedale.