Vaccini ai giovanissimi ok, ma il Poma è pronto?

MANTOVA Un monito ai genitori («Il covid 19 può colpire anche i bambini della fascia di età tra i cinque e gli undici anni») e uno invece alle istituzioni sanitarie («L’Asst e l’Ats si stanno attrezzando per evitare disagi e code insostenibili per bambini e famiglie?»). A lanciarli è il professor Nicola Taurozzi primario emerito del Poma, ex membro dell’Osservatorio europeo per la salute si è occupato di pandemia.

Nel giorno in cui sono iniziate le prenotazioni anche per gli under 11, Taurozzi raccoglie dati secondo cui in una certa percentuale di casi si possono verificare complicanze gravi che richiedono ricoveri ospedalieri anche nei bambini. «Dati epidemiologici – spiega – riportano che 6 bambini ogni mille necessitano di ricovero ospedaliero e un bambino su 7mila occupa le terapie intensive pediatriche. Non è vero che i bambini non si ammalano di covid 19».
L’impatto sulle terapie intensive e la sindrome long covid anche nei piccoli pazienti cominciano a preoccupare. «L’Aifa – prosegue Taurozzi – ha autorizzato la campagna vaccinale a partire dal 16 dicembre nei bambini della fascia di età tra i 5 e gli 11 anni, che fino ad oggi sono rimasti scoperti da immunizzazione. Come si sta preparando la provincia di Mantova a questo appuntamento».
Nella nostra provincia il target di età compresa tre i 5 e gli 11 anni conta 25mila soggetti. Poiché la vaccinazione comprende doppia dose dovranno essere effettuate 50mila somministrazioni. Le prenotazioni possono essere programmate sulla piattaforma della Regione Lombardia già a partire dalla data di ieri e le vaccinazioni inizieranno il 16 dicembre.
«Dal punto di vista logistico dovranno essere rispettati certi criteri: l’individuazione di poli vaccinali dedicati; l’utilizzo di personale formato per il target pediatrico; la predilezione per fasce orarie pomeridiane favorendo le famiglie; le aperture nei sabati e domeniche pomeriggio per evitare disguidi scolastici. «L’Asst e l’Ats si stanno attrezzando per evitare disagi e lunghe code insostenibili per bambini e le loro famiglie?» conclude Taurozzi.