GONZAGA Una commessa di ben 100mila banchi scolastici GonzagArredi Montessori Srl non l’ha mai avuta, nemmeno sommando tutte quelle soddisfatte nei quarantacinque anni di attività. In tempi di carenza occupazionale chi non accetterebbe un incarico del genere, pur prefigurandosi enormi difficoltà per soddisfarla?
Eppure «Riguardo alla procedura d’urgenza sviluppata dalla Protezione Civile, tramite Invitalia per il recupero di ingenti quantitativi di banchi, la posizione della nostra azienda in questo momento è di spettatore quasi disinteressato» è la calcolata risposta di Alessandro Zecchin, direttore esecutivo dell’azienda. Risposta che al cospetto di una tale megacommessa sorprende. E tuttavia rivela una sofferta ponderazione: «Negli anni e nella storia – spiega Zecchin – abbiamo sempre cercato di essere a fianco dello sviluppo dello spazio didattico, studiando soluzioni d’ambiente sempre più vicine all’evoluzione dei tempi e delle metodologie d’insegnamento, pertanto poco legati ad una produzione di massa come richiesto in questo frangente. Crediamo che nell’ambito di un distanziamento sociale ci sia bisogno di meno sovrastrutture e più idee di gestione dello spazio e del tempo di vita a scuola».
Insomma la progettualità dell’azienda è di un certo spessore: non per nulla è nata sviluppando le idee di Maria Montessori. Sennonché Zecchin è anche combattuto dalla possibilità di dare lavoro a chi in questo momento non l’ha. Perciò non chiude definitivamente la porta in faccia al bando. «La procedura non ci ha visto partecipare direttamente. Solo a bando chiuso e tramite l’associazione di categoria Assodidattica siamo stati contattati per dare disponibilità a un lotto totalitario in raggruppamento con altre aziende di circa 100mila banchi standard di misura cm 70×50 e cm 60×50. Cosa che stiamo valutando, visto le ovvie problematiche legate ancora una volta alle tempistiche produttive e al reperimento del materiale ligneo e ferroso di cui il prodotto è composto».
Teoricamente i banchi dovrebbero essere pronti entro il 14 settembre. «Nemmeno lavorando 24 ore su 24 – risponde il responsabile tecnico dell’azienda, il pegognaghese Alessandro Galeotti – è possibile soddisfare tale richiesta». L’azienda sta facendo le proprie valutazioni e la porta rimane aperta.