Vigilante di Esselunga pestato, le commesse: “Abbiamo paura”

MANTOVA – L’alterco con tanto di primo contatto fisico sarebbe iniziato all’interno dell’esercizio commerciale per poi proseguire nel piazzale dove, in tre contro uno, si sarebbero scagliati contro la guardia giurata in servizio. Ennesimo episodio violento occorso in città quello registrato l’altra sera davanti al Superstore Esselunga di piazzale Mondadori. Protagonisti della vicenda un gruppetto di cittadini stranieri, habitué della zona posta tra il Mamu i giardini Tazio Nuvolari.
Segnatamente erano circa le 21 di sabato quando, dalla direzione del supermarket è stata inoltrata la richiesta d’intervento alle forze dell’ordine. Un’aggressione, stando a quanto ricostruito, dettata in primis dallo stato di alterazione psicofisica dei tre i quali, come accade quasi ogni giorno secondo il racconto degli stessi dipendenti di Esselunga ormai esasperati, oltre a fare incetta di bevande alcoliche ad ogni ora non si risparmiano altresì tra raid predatori o intimidazioni e molestie varie alla clientela.
Nel caso di specie quindi, che avessero tentato di rubare o meno qualche genere alimentare o più sbrigativamente attaccato briga con qualcuno per il semplice gusto di farlo, si erano visti redarguire dal vigilante a quel punto preso di mira e assalito dal gruppo. Dalla conseguente colluttazione l’addetto alla sicurezza avrebbe così riportato alcune contusioni, soprattutto ad un braccio, e per questo medicato sul posto dai sanitari del 118. Ma conseguenze fisiche avrebbe però riportato anche uno dei violenti mentre gli altri due compari, al suono delle sirene in arrivo, se la sarebbero data a gambe.
Un episodio violento tutt’altro che isolato, anzi quasi all’ordine del giorno, secondo il grido d’allarme lanciato dalle stesse commesse del supermercato costrette loro malgrado ad assistere pressoché quotidianamente a scene simili da Far West. «Lavorare in questo modo è divenuto praticamente insostenibile – lamentano – e ora temiamo anche per la nostra sicurezza e incolumità. Qualcuno ci conosce e sa perfino dove abitiamo. I timori quindi di possibili minacce o ritorsioni se dovessimo negargli qualcosa ci sono. Anche se non tutti la maggior parte di loro se ne sta per l’intera giornata a bivaccare, spacciare droga e a bere alcolici e il via vai dentro al supermercato inizia fin dall’apertura del mattino.
Al passaggio delle pattuglie delle forze dell’ordine spariscono per poi rispuntare fuori come funghi non appena quelle si allontanano. Qualcuno si mette pure a dormire nel parcheggio sotterraneo con tutti i possibili pericoli per quanti, andando a riprendersi l’auto, possano ritrovarseli davanti e magari non con buone intenzioni.
Nei giorni scorsi, solo per fare un esempio, se la sono presa nel parcheggio con una pensionata di 89 anni alla quale, non avendo contanti con sé, hanno intimato di consegnare la tessera bancomat con tanto di pin per poter effettuare un prelievo di denaro. Per fortuna, grazie alla presenza di altre persone nonché al coraggio e alla ferma risposta della signora, alla fine hanno desistito dal loro intento ma la vicenda poteva finire in ben altro modo. Sicuramente tutto questo non è rassicurante un per noi e i clienti».