Zanzara beach: 380mila euro per versare un camion di ghiaia

MANTOVA – Quasi 400mila euro per versare un camion di ghiaia sulla sponda davanti alla “Zanzara”. Un costo ingiustificabile per un progetto altrettanto ingiustificabile. Il capogruppo e leader dell’opposizione in consiglio comunale Stefano Rossi (Mantova ideale) smonta gli entusiasmi dell’amministrazione riguardo agli interventi compiuti sulla sponda del lago Superiore nell’area del chiosco “Zanzara”, ossia uno dei due punti designati come balneabili dal ministero dell’Ambiente, assieme alla porzione di lago prospiciente la Canottieri.
«Fare business in un luogo simile spendendo 400mila euro di soldi pubblici è davvero una follia. E parliamo solo ed esclusivamente del Superiore: per lago di Mezzo e Inferiore è un’altra storia».
Ma anche a livello di percezioni, sostiene Rossi, l’investimento di via Roma non si giustifica: «Le analisi delle acque dicono che il punto dei prelievi e analisi presso la “Zanzara” denotano valori migliori rispetto a quelli fatte in area “Canottieri”, ma basta la percezione dell’occhio umano: guardando le acque, appaiono molto peggiori quelle della “Zanzara”, verdi e stagnanti»
In buona sostanza, Rossi contesta il piano del Comune di volere istituire un punto di attracco appetibile sulla sponda del lago Superiore. E invero lo conforta un gran numero di interlocutori sui social network, dove la perplessità al minimo si combina con la bocciatura senza appelli. La balneabilità dei laghi di Mantova è insomma un sogno antico, e oggi come oggi – è il pensiero prevalente – persino una offerta “temeraria”, visto il gran numero di roditori, fra nutrie e ratti, che popolano le nostre acque.
Non solo. A detta del consigliere, il Comune sta facendo i conti senza l’oste, come suol dirsi. Infatti, buona parte del budget messo a disposizione dalla giunta per la riqualificazione della sponda non mette in conto i possibili fattori ostativi degli enti competenti. Infatti, precisa Rossi, «titolare per le opere da realizzarsi sui nostri laghi è l’Aipo, non il Comune. Il quale invece progetta pontili e attracchi, senza avere la certezza che gli organismi competenti diano le autorizzazioni. Ripeto, parliamo complessivamente di circa 400mila euro, soldi pubblici, per una pia illusione di balneabilità: le alte temperature estive rispetto agli anni passati accrescono oltretutto la percezione di acque per le quali serve davvero tanto coraggio per immergersi anche solo con i piedi».
Argomenti, questi, che vengono categoricamente respinti al mittente dall’assessore comunale all’ambiente Andrea Murari, che peraltro rettifica i conti del consigliere leader delle opposizioni. «Il quadro economico, comprensivo di progetto e iva e quant’altro – replica Murari – ammonta a 90mila euro. E non si tratta solo di uno sversamento di ghiaia, ma anche di interventi su tutta la sponda, compresa la parte in legno e la pulizia del fondale. Per la precisione, sono 60mila euro di lavori per il consolidamento spondale, la rimozione di rifiuti, il rifacimento della barriera in legno ammalorata, il posizionamento di ghiaia e il posizionamento di boe; questo per la messa in sicurezza dell’accesso alla sponda dopo il conseguimento della balneabilità. I 350mila euro complessivi sono le risorse messe in bilancio per la sistemazione delle sponde, con tanto di pontili e docce e altro. Rossi, credo, non ha capito bene ciò che si va a fare, né ha capito che per i progetti collegati e i permessi è in corso la conferenza di servizi con gli enti competenti. E comunque, le spiaggette serviranno non solo per chi vorrà immergersi ma anche per chi cerci accesso di sup e canoe».