Alice underground a SpazioArrivabene2: un mondo cristallizzato eppure in perenne evoluzione

MANTOVA Le opere di Alice Padovani e della sua collezione “Alice underground” mi ricordano il finale della poesia “Augurio per l’Anno Nuovo all’amata” del poeta  Andrej Voznesenskij, nella quale l’amore è paragonato a una eterna vigilia, vista come come “una donna nel buio – tutta nel futuro, tutta perle con gli aghi sulle labbra!”.
Così sono i lavori di questa giovane artista, che per la seconda espone in SpazioArrivabene2: una fase di crescita, nascita, una natura varia e variabile, cristallizzata, (anche) da una serie di spilli. Comunque carica di aspettative, come è sempre un vigilia.
L’autrice, di origine modenese, nasce dal mondo del teatro e sposta poi il suo linguaggio espressivo nell’arte. Dal papà entomologo eredita la curiosità per larve e insetti, trasformati in oggetti dall’impatto estetico straniante e prezioso. Ci sono i bozzoli, da lei coltivati, poi stabilizzati e dipinti con foglia d’oro o con cristalli di sale. Fino ad arrivare alle farfalle, immortalate sulla spina dorsale di uno squalo.
In commistione con questi elementi, come d’abitudine della galleria, i tessuti: gli “Apparati radicali”, ossia stendardi in carta tessuto capaver, sui quali Alice dipinge in acrilico, con pastelli o smalto dorato. Non mancano le radici, anche queste fiammate, spillate e con galle di vespa.
Poi, appunto, tutto il mondo “Gazza ladra”, con elementi diversissimi puntati nelle teche. E al centro sempre un rimando all’entomologia.
Inedita tutta la serie “Le ombre”, creata con tecnica a spruzzo su fogli di carta trasparente, utilizzando le foglie come filtro. Con esito particolarmente suggestivo nella forma di libro d’arte.
La camera con i manufatti dall’effetto maggiormente inquietante e stupefacente  è quella in cui sono presentati gli innesti: su spine dorsali di squalo, come scritto, su uova, su legno bucato da tarli. Materiali dai quali sembrano fiorire semi, denti, spine di limone selvatico. Suggerendo la prospettiva di chissà quale meraviglia.
L’esposizione è  cura del collettivo di spazioArrivabene2, con il contributo critico di Simone Spiritelli. La rassegna è visitabile fino al 15 luglio, dal mercoledì al sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30,oppure su appuntamento contattando i seguenti recapiti: telefono 329 591 2864 – info@spazioarrivabene2.it.
Ilaria Perfetti