Andrea Turini conquista il Bibiena con le Variazioni Goldberg di Bach

MANTOVA  Per nulla scontato, il successo della più recente proposta dei Concerti della Domenica ha evidenziato la reale capacità dell’affezionato pubblico dei pomeriggi domenicali di apprezzare anche programmi che impongono attenzione e disponibilità a coglierne il senso profondo, il fascino che va ben oltre la pura e semplice piacevolezza. Lo dimostrano i calorosissimi applausi che hanno suggellato, domenica scorsa al Teatro Bibiena, l’affermazione del pianista Andrea Turini protagonista di una pregevole interpretazione delle Variazioni Goldberg BWV 988 di Johann Sebastian Bach (1685-1750). Un’impresa autentica, porsi al cospetto di questa autentica sfida artistica, sia per esigenza tecnica che per competenza, sensibilità, preparazione e maturità intellettuale, che Turini ha mostrato di saper affrontare riuscendo a suscitare negli spettatori quell’interessata tensione emotiva che rende spontaneamente decifrabile la complessità della splendida opera bachiana. Le scelte interpretative di Andrea Turini sono state improntate a una visione prettamente pianistica dell’opera, optando per il ricorso a toni accesi e scansioni energiche, ma riservando anche cura al contrasto di sfumature e all’agilità di tocco. Caratteristiche, queste ultime, che doverosamente richiamano alla destinazione originale della composizione per “clavicembalo a due manuali”. Sull’interpretazione del capolavoro bachiano il dibattito non finirà mai – ne è chiara testimonianza la moltitudine di differenti versioni proposte, in varie epoche, dai più celebrati esecutori -, ma univoca è l’opinione relativa alla necessità di saper rendere il senso compiuto e l’unitarietà del percorso descritto da Bach partendo dall’aria iniziale per ritornarvi, con l’epilogo, dopo trenta variazioni frutto di una straordinaria combinazione tra creatività e lucida scienza. Obiettivo che Turini ha raggiunto mettendo in campo adeguate doti tecniche e approfondita preparazione al cospetto di un’opera che abbina ai valori tecnici la sua natura filosofica e spirituale e si conferma, ad ogni ascolto, un inesauribile invito a riflettere sui suoi significati più profondi. La storia stessa delle Variazioni Golberg è un enigma ammantato di leggenda – con questo nome sono universalmente note a partire dalla prima biografia bachiana del 1802 di Nikolaus Forkel, nonostante nella stampa originale il titolo fosse “Aria con differenti variazioni –, ma ancora più avvincente risulta il prodigioso intreccio di invenzione, bellezza assoluta e logica di stampo matematico che conquista l’ascoltatore. Come è successo domenica al Bibiena. (gmp)