“Dai cavalli dei Gonzaga alle navicelle spaziali” a Palazzo Ducale

MANTOVA “Dai cavalli dei Gonzaga alle navicelle spaziali”: titolo visionario, nell’accezione
più positiva del termine, per una mostra destinata alle sale di Palazzo Ducale.
Giampaolo Benedini, ideatore della rassegna, e Peter Assman, direttore del
complesso museale, sono però uomini di rapide sintonie, su una lunghezza d’onda
che non comporta obbligatoriamente scelte nell’alveo della tradizione. Di qui
la decisione di proporre la mostra in uno scenario come il Ducale, così carico
di suggestione per via dei tesori d’arte ma al tempo stesso sorprendentemente
compatibile con la storia dei Gonzaga, famosi per allevare cavalli da corsa
imbattibili per velocità e resistenza, contesi da tutte le corti d’Europa, pagati
a cifre da record bruciando la concorrenza delle grandi famiglie del tempo, i
Medici, gli Estensi e i Farnese.
A sostenere l’evento, curato da Adalberto Scemma e subito inserito nell’ambito
di Mantova Città europea dello sport 2019, sono intervenuti la Fondazione
Banca Agricola Mantovana, la Banca Monte dei Paschi di Siena e la Lubiam,
doppiamente coinvolti nel progetto di Mantova Creativa con la Scuderia
Tazio Nuvolari e il Complesso Museale Palazzo Ducale: da un lato il fascino di
una rassegna che offre soprattutto alle generazioni più giovani ampi motivi di
riflessione; dall’altro la tradizione specifica che proprio Mantova vanta nell’ambito
della velocità. Basti pensare al ciclismo, che ha avuto in Francesco Verri (tre ori
olimpici a Londra 1908) e nel leggendario Learco Guerra gli elementi di maggior
spicco. Per non parlare di Tazio Nuvolari, il “mito dei miti” in un’epoca che ha
visto l’automobilismo assurgere ad emblema di energia vitale sino ad ispirare le
intuizioni futuristiche di Tommaso Marinetti.
Ospitata nell’Appartamento della Rustica, la rassegna si articola attraverso varie
sezioni per raccontare la velocità come mito del nostro tempo in uno scenario
storico che è fonte inesauribile di curiosità e di sorprese. “La velocità -sottolinea
l’ideatore Giampaolo Benedini- è prima di tutto un sentimento che viene da
molto lontano. Non è casuale il fatto che in una delle prime sale sia esposto un
cavallino a dondolo. Credo che i bambini, da subito, abbiano voglia di velocità
visto che passano poi al triciclo o alla macchinina a pedali, per non parlare dei
giochi elettronici, che impongono una grande rapidità di esecuzione. La velocità
è qualcosa che è dentro di noi e che fa parte della vita di tutti i giorni e ci
è sembrato far vedere quanto la velocità si è evoluta. Non c’è la pretesa di
proporre una mostra di approfondimenti, il target è soprattutto divulgativo, con
un occhio di riguardo per i giovani”.
Ampio spazio viene riservato alle imprese storiche degli sportivi mantovani. Così
in atletica, dove balzano in copertina Mario Colarossi, Gianni Ronconi, Diego
Marani, Fausto Desalu, Simona Parmiggiani, Luigi Rossini, Gianni Truschi e Najibe
Salami, o nel ciclismo dove accanto a Francesco Verri e Learco Guerra brillano
Gaioni e Tasselli, Bergamaschi e Campana, Roncaglia e Mantovani, Baronchelli
e Bosisio, Gialdini e Meneghelli fino a Buttarelli,Moreni, Bianchini e, recentissimo,
Edoardo Affini.
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Mantova Creativa
La storia dell’automobilismo mantovano non può prescindere dal mito di Tazio
Nuvolari ma emoziona il racconto delle imprese pionieristiche di Cesare Pastore
e Vincenzo Coffani, di Giuseppe Morandi, di Marino Marini, Paolo Petrobelli e
Franco Marenghi sino all’irruzione sulla scena dell’estemporaneo Luigi Malanca.
Analoga l’epopea del motociclismo, che ha visto Guido Leoni fare da apripista a
Ivan Goi e Lucio Pedercini, o quella della motonautica che ha consegnato l’iride
a Carlo Petrobelli e Gino Zavanella.
Quelle del nostro lago sono state a più riprese “acque azzurre” per lo sport
mantovano. Trovano spazio in mostra Sonia Truzzi, Viviana Vecchi e Adolfo Bollini
per lo sci nautico, Francesco Bonezzi, Giacomo Bottoli, Francesca Pavesi, Vittoria,
Giulia e Francesca Masotto per la vela, fino ai canoisti olimpici Renato Ongari
e Alberta Zanardi, a Matteo Florio e Serena Pontara, ai canottieri Marco Penna
e Marco Gola, Alberto Mondini e Franco Grandis. Nel nuoto, poi, l’ondata di
Gino Baraldi e Iris Corniani, Cristina Sossi e Francesca Ferrarini fino ad Alessandra
Cappa e agli exploit di Nicoletta Ruberti.
Gli sport con la palla hanno esaltato la velocità di esecuzione di Roberto
Boninsegna nel calcio, di Marco Negri e Andrea Anastasi nella pallavolo e del
mitico Marino “Mara” Marzocchi nel tamburello. E a chiudere due personaggi
altrettanto mitici: l’eclettico Onorio Marocchi, campione del mondo nel bob, e la
“frusta d’oro” Mario Manfredi, che sul sulky ha lasciato un segno indelebile nella
storia del trotto.
Accanto all’ideatore Giampaolo Benedini e al curatore Adalberto Scemma
ha collaborato alla realizzazione della mostra uno staff di esperti di prim’ordine:
Fabrizio Bovi, Alberto Capilupi, Giancarlo Malacarne, Giancarlo Pascal, Giovanni
Pasetti, Cesare Ponchiroli, Tiziano Prati, Claudio Rossi e Marco Tonelli. Il progetto
di allestimento è stato curato da Matteo Corsini. La mostra, sostenuta come si
è detto grazie alla Fondazione Banca Agricola Mantovana e Lubiam, rimarrà
allestita fino al 27 luglio.