Livia d’Arco in concerto per Roberto

MANTOVA – A meno di un mese dalla scomparsa del suo indimenticabile creatore, il Coro “Livia d’Arco” dedicherà a Roberto Fabiano il Concerto di Natale, fissato in Duomo per la sera del 25, quasi a voler realizzare l’auspicio che ci facemmo di continuare la sua opera, all’indomani di quella perdita. Tuttavia, il programma che sarà proposta non ha nulla di “triste”, volendo invece aprirsi alla fiducia nella vita e nella provvidenza divina che caratterizzano le due composizioni che saranno eseguite: il Comfort ye my people, tratto dal Messiah di Georg Friedrich Händel e la Theresien-Messe, di Franz Joseph Haydn.
Il concepimento del celebre Messiah non si deve a chi ne ha scritto la musica, ma all’autore del testo, quel Charles Jennens (che aveva già scritto il libretto del Saul). Quando Händel lo lesse ne fu immediatamente conquistato e, nel breve giro di qualche settimana (come era suo solito), consegnò alla storia della musica una delle sue pietre miliari. Composto nel 1741, il Messiah fu eseguito per la prima volta a Dublino il 13 aprile del 1742. Una data fondamentale, perché con quest’opera Haendel impresse la sua impronta indelebile ad un genere musicale (l’oratorio) che, pur preesistendogli, da allora in poi non sarà più lo stesso.
Probabilmente non c’è nessuno che possa dire di non aver mai ascoltato le note dell’Hallelujah!. Nel concerto del 25 dicembre, sarà proposto il recitativo-aria per tenore che segue immediatamente l’ouverture. La sua melodia in mi maggiore sembra trasmettere l’attesa densa di speranza e dare senso ad un testo che si propone di riaffermare la fede anglicana nella provvidenza divina e contrastare le tendenze deistiche che nel XVIII secolo si erano affermate in Inghilterra non meno che in Francia.
Pur appartenendo cronologicamente allo stesso secolo, la Theresien-Messe (1799) di Haydn ci introduce in una nuova epoca musicale: il classicismo, al quale l’autore conferiva con le composizioni sacre e i quartetti degli anni novanta le forme musicali che l’avrebbero caratterizzato. Della Theresien-Messe, altrimenti nota come Hermenegild-Messe, in onore di Marie Hermenegild Esterhàzy, Giovanni Carli Ballola ha scritto: “la struttura generale e particolare della composizione è quella della tradizionale messa concertata di matrice barocca, decantata attraverso lo stile dell’ultimo Haydn. L’idea sinfonica è la vera sostanza del discorso musicale e lo sostiene e giustifica mediante il sottile lavorio di un’elaborazione tematica onnipresente quanto magistralmente dissimulata. L’arte suprema haydniana […] rifulge al paziente analizzatore di questa mirabile partitura, autentica gemma del Classicismo per l’escavo sistematico delle infinite possibilità insite nel più apparentemente modesto elemento tematico e per la tendenza a irradiare tali possibilità non che al singolo brano, alla struttura dell’intera composizione”. Oltre al coro “Livia d’Arco” guidato da Antonella Antonioli, saranno protagonisti dell’evento l’orchestra “Fucina Culturale Machiavelli” e i solisti Grazia Montanari (soprano), Marta Pluda (alto), Angelo Goffredi (Tenore), Carlo Morini (Basso). Come lo scorso anno dirigerà il concerto il maestro Michelangelo Rossi.