Paolo Licata, il regista che ha stregato anche Oliver Stone

MANTOVA Isola di Favignana, anni’60. Lucia è una bambina di 11 anni: i suoi genitori sono emigrati in Francia nella speranza di trovare un lavoro e la piccola vive insieme alla nonna Maria, la quale coltiva un astio profondo nei confronti della sorella. La bambina è determinata a scoprire cosa o chi abbia fatto incrinare così bruscamente i rapporti tra le due donne: ciò che non sa, tuttavia, è che nascondendole la verità sua nonna non ha fatto altro che proteggerla.
Tratto dal romanzo omonimo di Catena Fiorello, sorella dell’attore Beppe e dello showman Rosario, “Picciridda-Con i piedi nella sabbia”, esordio dietro la macchina da presa di Paolo Licata, propone un racconto di formazione su una ragazzina cresciuta in un’isola siciliana e in un contesto culturale, privo di vie di fuga e sbocchi nei quali lasciar filtrare un percorso di maturazione, sganciato da costrizioni e vincoli.

Il suo film è tratto dal romanzo omonimo di Catena Fiorello, cosa l’ha indotta a farne una trasposizione cinematografica?
“Il romanzo è stato edito per la prima volta nel 2006 e io l’ho letto solamente cinque anni fa, su consiglio spassionato di mia madre. Ho apprezzato fin da subito l’universalità della storia che affronta con delicatezza tematiche di spessore come l’immigrazione e la violenza domestica”.

A Catena Fiorello è piaciuto il suo film?
“Catena è una grande fan del film. Appena le sottoposi la primissima versione al montaggio, scoppiò in lacrime, complimentandosi per l’efficacia con la quale, a sua detta, ero riuscito a trasferire per immagini la sua opera, recependo le identiche emozioni della pagina scritta”.

Come definirebbe il legame che si instaura tra nonna e nipote nel corso della narrazione?
“Ci troviamo davanti a due personaggi forti, spigolosi, diversi, ma al contempo identici. All’inizio del film le due donne non si sopportano e soffrono all’idea di convivere forzatamente. La nonna, interpretata con magistrale bravura da Lucia Sardo è apparentemente severa, burbera e glaciale, ma ben presto la bambina si accorgerà che dietro alla presunta anaffettività della donna si nasconde un grande cuore”.
La protagonista della storia è una bambina di undici anni, com’è stato rapportarsi con lei?
“Bisogna avere molta delicatezza nell’affrontare determinate tematiche coma la violenza domestica, soprattutto se bisogna raccontarle ad un minore. All’inizio mi sentivo molto in difficoltà perché non sapevo a che livello di istruzione specifica sull’argomento la bambina fosse arrivata. Ne ho parlato con i genitori e fondamentalmente abbiamo agito insieme, decidendo quali particolari legati alla storia rivelarle e quali omettere. Devo però ammettere che Marta Castiglia (l’attrice che interpreta Lucia ndr) è una bambina molto intelligente e vispa che sul set non esitava a tempestarmi di domande sulla storia e sul suo personaggio. Credo quindi che si sia benissimo resa conto della drammaticità dell’evento narrato”.
Si può affermare che l’Isola di Favignana in cui è girata la vicenda rappresenti un valore aggiunto, concorda?
“Sicuramente, penso che per ogni regista avere una bella location in cui poter ambientare la propria storia sia sempre una grande attrattiva, perché ti consente di catturare immagini splendide e risaltare il lavoro del direttore della fotografia.
Essendo nato e cresciuto a Palermo, per me è stato automatico girare in Sicilia e ho cercato di rendere giustizia ad una terra che conosco bene e che mi ha dato tanto”.

Esordire ricevendo l’apprezzamento ufficiale di un regista del calibro di Oliver Stone non è da tutti, non crede?
“È stata un’esperienza a dir poco incredibile. Oliver Stone era presidente della giuria al Taormina Film Festival, dove il mio film ha ottenuto ben tre riconoscimenti e, dopo avere visto il film, mi si è avvicinato, riempiendomi di complimenti. Dopo due settimane mi ha scritto una e-mail dove mi proponeva di inserire nella locandina il suo giudizio lusinghiero al film (“un film stupefacente che va dritto al cuore”) per contribuire ad una maggiore visibilità, un gesto meraviglioso che mi ha commosso”. Nicolò Barretta