MILANO (ITALPRESS) – Fermo da fine febbraio, tra i primi a chiudere subito dopo l’esplosione del Covid-19 in Italia, il settore fieristico rischia di essere anche l’ultimo a ripartire. Della difficile situazione di tutta la filiera, ha parlato ad Italpress Massimiliano Vaj, presidente di Asal, l’associazione che raccoglie gli allestitori italiani, che rappresenta circa 250 imprese. Un mondo, quello dell’allestimento di fiere ed eventi, che lo scorso anno fatturato oltre 2 miliardi di euro, dando lavoro ad oltre 120mila persone, ma che prevede in questo 2020 una riduzione dell’80% del fatturato. “Il problema non sono tanto i protocolli che bisognerà adottare, ma la mancanza di fiducia. Di questo passo rischiamo di non ripartire più nemmeno in autunno – ha detto il presidente di Asal -. Ci vorrebbero degli incentivi molto forti a favore degli organizzatori fieristici, che permettano loro di offrire condizioni di sconto elevate ai clienti, almeno per i primi mesi. Il rischio è che se non si riapra nemmeno a settembre, generando ulteriore sfiducia e spostando ancora più in là nel tempo la ripresa”. “Serve un progetto di sistema guidato dal governo che dia una prospettiva, tempi certi e fiducia all’intero comparto – ribadisce Vaj -. Inizialmente si parlava di un fondo di garanzia da 600 milioni di euro, ma le ultime notizie dicono che è stato stralciato dal governo. E’ vero che la competenza per le fiere è delle regioni, ma il governo dovrebbe tenere conto dell’impatto di queste manifestazioni sul nostro Pil. Comunque non ci servono cifre iperboliche, siamo in grado di riprenderci da soli. Ci vuole solo un pizzico più di attenzione e di qualcuno che riaccendi la fiammella”.
(ITALPRESS).
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