50 anni della disco Florida, meta di tanti mantovani

Ghedi (Bs) Erano gli anni delle «grandi compagnie», per dirla alla Max Pezzali. Gli anni delle discoteche che nel weekend erano capaci di richiamare migliaia di persone, dove la musica regnava sovrana. Una di queste, meta di “pellegrinaggio” anche di una cospicua parte del popolo della notte mantovano – fresca dei festeggiamenti per i suoi 50 anni di ininterrotta apertura – rimane il Florida di Ghedi (Bs), «la stella più brillante dell’universo disco» come recitava lo slogan che passava sulle radio contrapponendosi a quello del Genux, che invece faceva leva sulle dimensioni del locale («la discoteca più grande del mondo»). La palma con il sole era lo storico simbolo del locale di via Montichiari, un logo diventato un brand riconoscibilissimo tra gli ’80 e i ‘90. L’adesivo era appiccicato ovunque: sulle carene dei motorini, sui lampioni, sui diari scolastici. Ma parliamo della stagione d’oro delle discoteche, punti d’incontro di generazioni di giovani pronti a trasudare emozioni dal profondo dell’anima o a cimentarsi in passi di freestyle, ai tempi considerata la massima espressione della propria personalità. Tra i punti di forza della discoteca fondata nel 1973 da Patrizio Tinti e Giuseppe Scalvenzi (il fratello Tiziano è l’attuale manager) c’era la vasta area estiva, caratterizzata da spazi verdi, fontane e da quell’aura futuristica che circondava le piste dove ci si scatenava. Una, in particolare, era il riferimento per gli amanti della prima techno – quella riconducibile al biennio 1991-92 – o di uno dei tanti dance mix del periodo. Ad animare l’atmosfera uno strepitoso gioco di luci, pronto ad esplodere e ad illuminare la notte quando partiva “Last train to trancentral” dei Klf. E se oggi la storica cupola in ferro è stata smantellata, perdura invece la struttura dell’Ufo: una scenografia che un tempo faceva muovere un enorme disco volante con luci stroboscopiche. Pensare che il Florida abbia raggiunto il mezzo secolo fa una certa impressione. Soprattutto a tutti quei giovani che lì ci hanno passato intere serate, “allenandosi” in vista delle vacanze sulla riviera romagnola, la patria indiscussa delle discoteche.
Matteo Vincenzi