Asola: i volontari al lavoro per il restauro dell’orologio notturno del ’700

ASOLA In occasione del 25esimo anniversario della fondazione dell’Associazione nazionale piccoli musei celebrata nei giorni scorsi a Mantova, la referente dei volontari della delegazione dell’Asolano dell’Associazione Amici di Palazzo Te, Gisella Perini, ha comunicato la decisione di procedere alla valorizzazione del meraviglioso patrimonio museale della cittadina del Chiese, impegnandosi su di un importante progetto di restauro di un bene civico ora in deposito nel museo Bellini: l’orologio notturno della prima metà del ’700.
«L’oggetto – spiega Perini – è in legno intagliato, ottone e lamina di rame dipinta a olio e presenta una finestra a giorno sagomata. Il meccanismo dell’orologio è in ottone, contenuto in una cassa in legno con base modanata. Il quadrante dell’orologio, con l’indicazione dell’ora a meridiana, è un dipinto su rame e vi è rappresentata la Sacra Famiglia con Santa Elisabetta, San Giovannino e un angelo. L’invenzione dell’orologio notturno – conclude Perini – si situa agli inizi del papato di Alessandro VII, e sembra sia dovuta proprio al desiderio del pontefice, che soffriva spesso di insonnia, di disporre di un orologio silenzioso e che rendesse possibile la lettura delle ore durante la notte. Dotati di un meccanismo a pendolo con scappamento a manovella e solitamente provvisti di una lampada ad olio all’interno della cassa, questi orologi, destinati a grandi personaggi del tempo, erano in genere di forme monumentali, arricchiti da parti in bronzo fuso o cesellato e da raffigurazioni pittoriche, eseguite anche da celebri pittori».
Gli orologi notturni, destinati inizialmente ad una clientela clericale, furono realizzati con una struttura a forma di altare, per creare uno stile consono all’austero mobilio della camera da letto papale, riprendendo lo stile delle “edicole reliquarie”, ovvero un altare domestico o tabernacolo privato in voga a quel tempo, comuni nelle ricche residenze e nei palazzi della nobiltà romana e molto ricercati come elementi di arredo.
«Tale raffinato oggetto – spiega l’assessore alla cultura Cecilia Antonioli – che ben rappresenta la venezianità di Asola e il livello sociale della nobiltà e borghesia del tempo, è sembrato a Gisella Perini una scelta adatta a rappresentare la delegazione asolana, a testimonianza della nostra costante attività di valorizzazione del museo Bellini e del territorio. Una proposta che l’amministrazione comunale ha accolto con grande piacere e che permetterà una maggiore conoscenza dell’oggetto scelto e una sua maggiore fruizione da parte dell’intera comunità asolana».