PORTO – «Sul bilancio partecipativo abbiamo assistito all’ennesima “manovra sgusciante” da parte della maggioranza. Non eccepiamo sulla quota destinata (30mila euro), ma piuttosto sulle tempistiche e sulla destinazione già impacchettata e “imposta”, a conferma di quello che ormai definiamo un metodico rifiuto al confronto». La dura presa di posizione arriva dal gruppo consiliare della Lega a margine della votazione sulle variazioni di bilancio. La critica maggiore verte sulle lungaggini burocratiche che hanno portato all’approvazione di quello che può essere inteso come uno strumento propedeutico e di supporto alla redazione e predisposizione del bilancio preventivo. Necessario ricomporre la cronistoria della tematica in questione: nel novembre del 2019 le minoranze presentano tre mozioni distinte, ottenendo tutte esito negativo. Tre anni dopo i consiglieri Gianfranco Bettoni e Moreno Dorini ripropongono la proposta sul tavolo, stavolta votata all’unanimità. Va però rilevato che nel frattempo il quadro politico e le forze di potere sono sostanzialmente mutate. «Secondo il nostro parere – spiega la capogruppo leghista Monica Buoli – subito dopo le festività natalizie del 2022 si sarebbe dovuto avviare l’iter per esporre l’iniziativa ai cittadini, fornendo il tempo necessario per presentare i progetti e valutare, in base alle risorse stanziate, la loro utilità, magari stilando una graduatoria dopo averne accertato la fattibilità. L’Assise si è invece trovata un solo progetto scelto, quindi obbligato. Ma probabilmente è ciò che voleva». Secondo il Carroccio il ritardo sul normale iter del bilancio partecipativo, altresì inteso come strumento di ascolto, relazione e comunicazione in grado di permettere ai cittadini di presentare le loro necessità ed esporre le problematiche locali, sarebbe stato «strategicamente voluto». «Non è un mistero che la maggioranza lo considerasse alla stregua di un fastidio obbligatorio – proseguono dall’opposizione -. Viceversa non spiegherebbe come mai si è svolto un solo incontro, datato settembre 2023, a quasi un anno di distanza dalla votazione. E viene da sé che con così poco preavviso non potevano esservi le dovute proposte, né il coinvolgimento delle minoranze. Premettendo che non è nostra intenzione criticare l’idea che verrà sviluppata, – continua il capogruppo di Lega Salvini Premier, Monica Buoli – ci sentiamo di contestare la mancata condivisione e, di conseguenza, l’assenza di alternative. E quello che emerge è che la democrazia non è purtroppo per tutti».
Matteo Vincenzi