Buttata fuori dal Cas con la bimba di 2 anni: “Signora, si arrangi”

Allontanata in virtù del decreto sicurezza appena approvato

ALTO MANTOVANO Allontanata dal Cas (centro di accoglienza straordinaria) di un comune dell’Alto Mantovano con la sua bimba di soli due anni, si rivolge ai servizi sociali del comune stesso (dove ha la residenza). Ma la risposta che le arriva le fa gelare il sangue nelle vene: «La bambina verrà data in affido, mentre per lei signora non sappiamo cosa fare».
La vicenda risale a questi ultimi giorni e si svolge in un Comune dell’Alto Mantovano, del quale però non forniamo dettagli a tutela della bimba. Vicenda che non si è ancora conclusa, dal momento che è previsto proprio in queste ore un incontro tra i servizi sociali del Comune in questione e la giovane mamma, che è di nazionalità nigeriana, accompagnata da alcuni volontari Caritas.
Solamente 24 anni e una bimba piccola il cui padre, almeno per ora, ha fatto perdere le proprie tracce. Una situazione difficile, resa ancora peggiore dopo l’allontamento dal Cas come imposto dal Decreto sicurezza recentemente approvato dal parlamento.
La giovane mamma è arrivata in Italia circa un anno fa con la sua bimba. Fino a qualche giorno fa aveva trovato ospitalità nel centro di accoglienza straordinaria ma, come detto, ora è stata allontanata. Era arrivata con un permesso per motivi umanitari e, proprio per questo motivo, la ragazza rientra tra le centinaia di persone che non hanno più diritto a rimanere nei Cas italiani.
E così, avendo la residenza nel Comune in questione, si è rivolta agli uffici sociali. Ma qui, appunto, la risposta è stata tranchante: figlioletta in affido a un’altra famiglia e nessuna soluzione per la ragazza stessa. «Capisco. Ci penserò», avrebbe risposto la giovane, andandosene poi con la piccola in braccio.
La mamma si è quindi rivolta alla Caritas. Caritas che, appreso della situazione, si è prodigata per trovare una soluzione in tempi brevi. Alla giovane mamma è stato trovato un alloggio temporaneo in un’abitazione di Mantova, insieme ad alcuni altri suoi connazionali che vivono all’incirca la sua stessa situazione.
Ma la vicenda non è conclusa, dal momento che proprio in queste ora la giovane dovrebbe incontrare nuovamente i servizi sociali del Comune dove ha residenza, alla ricerca di una soluzione. L’intenzione è quella di far valere la propria posizione: il permesso per motivi umanitari, la figlioletta a carico, nessun reato commesso e nessuna situazione, almeno pare, che possa comportare l’allontanamento della piccola dalla sua mamma per essere affidata ad una famiglia terza. Un piccolo nucleo familiare che rischia il disgregamento, con la mamma stessa che ora sta lottando per trovare una sistemazione e per non vedere la sua piccola allontanata.