Castel Goffredo – Maugeri: Cobas si appella a Nas ed Ats

CASTEL GOFFREDO Pugno di ferro di Cobas dopo la mancata apertura da parte dell’azienda Sotraf, che si occupa del servizio di pulizie della clinica Maugeri di Castel Goffredo: il sindacato ha sottoposto la questione ai Nas di Cremona ed all’Ats Val Padana. Massima attenzione anche sul piano contrattuale per cui, in caso di ripercussioni sul personale, Cobas minaccia scioperi.
Una questione che va avanti da tempo e che vede principalmente due aspetti sul tavolo di confronto: da un lato, il servizio garantito dall’azienda Sotraf alla clinica Maugeri e, dall’altro, l’aspetto contrattuale delle dipendenti part-time che oggi percepiscono uno stipendio mensile di 400/500 euro.
«Si è arrivati a questa conclusione, poiché l’azienda davanti al vice prefetto ha chiuso tutte le porte ad un accordo sindacale sui tempi di lavoro e sull’orario di lavoro». Una situazione per cui i sindacati avevano chiesto un confronto davanti al vice prefetto: incontro che avrebbe, al contrario, portato il dialogo a precipitare in modo, parrebbe, irreparabile tanto che, come spiegato dal rappresentante provinciale e coordinatore regionale del sindacato Saverio Confetti, sono state inviate due segnalazioni ai Nas di Cremona ed ad Ats Val Padana.
Segnalazione con cui viene chiesto un intervento “poiché Sotraf, azienda appaltatrice delle pulizie in questo ospedale, impone ai suoi dipendenti, di pulire l’intero ospedale con tempi che secondo il nostro parere – si parlerebbe di meno di quattro minuti per pulire una stanza e meno di quattro per pulire il bagno – non garantiscono correttamente la sanificazione e la pulizia negli ambienti ospedalieri (comprese le stanze di degenza)”.
Di pari passo, inoltre, va la tutela delle sette dipendenti (di cui sei iscritte a Cobas affinché vengano ascoltate le loro richieste. E proprio parlando delle lavoratrici Confetti annuncia che «qualora l’azienda cambi l’orario di lavoro alle dipendenti part-time, che percepiscono in media euro 400/500 al mese, non mettendo in condizioni le stesse di poter aver un secondo lavoro per potersi sostenere, saremo costretti, anche in questo caso ad utilizzare, l’unico mezzo che abbiamo a disposizione: e cioè lo sciopero».