OGLIO PO – “Un Po di qua… un Po di là”: è questo il titolo della prima edizione del programma culturale della Discesa del Po, un maxi-evento di approfondimento, confronto, analisi che si terrà sia nei giorni precedenti, che in quelli successivi alla Discesa del Po, quest’ultima in programma sabato 10 e domenica 11 e anch’essa promossa dall’Associazione Persona Ambiente con il supporto di associazioni, enti, comitati e Comuni. In riferimento a questa nuova rassegna parallela alla Discesa vera e propria, che proseguirà fino al 18 settembre, i promotori ne spiegano l’essenza: «L’iniziativa mira ad essere un ponte tra le due sponde del fiume per unire le comunità, sensibilizzando abitanti e visitatori sul tema dell’acqua e della risorsa idrica come bene comune. L’importanza del fiume e della cura della risorsa acqua attraversa e connette tutte le iniziative del programma evidenziandone la matrice vitale per questi territori e l’importanza che rivesta anche nella produzione culturale e nella dimensione di fruizione del paesaggio». Centrale, in questa ricca e articolata proposta – con eventi ad hoc nei Comuni delle province di Cremona, Mantova, Parma e Reggio Emilia già aderenti alla classica Discesa del Po – è il convegno di stasera a Pomponesco. “Acqua critica”: è questo il titolo del momento informativo che pone attenzione sulla vulnerabilità della risorsa idrica nella pluralità e talvolta conflittualità di usi e sfruttamento. «La crisi idrica – anticipano i promotori del convegno che si terrà alle 17.45 presso il Teatro di Pomponesco – si attesta come una delle conseguenze critiche del cambiamento climatico, surriscaldamento del pianeta e vulnerabilità degli ecosistemi che abbiamo sfruttato. Affrontare con una tattica emergenziale i sintomi, senza voler guardare alle cause con strategie radicali di responsabilità ecologica, non frena l’aggravarsi del problema e delle sue conseguenze». All’incontro interverranno autorità del distretto idrografico del Po ed esponenti di Legambiente (Antonio Nicoli), WWF Italia (Andrea Agapito), Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale e il prof. Giorgio Osti, docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio presso l’Università di Padova.