SAN MARTINO Domenica scorsa i giornali hanno dato eco a un comunicato del Comune, che lanciava l’allarme sulla possibilità di perdere l’annosa causa nata dall’interruzione del contratto di fornitura del gas, con le società A2A e Gas Spa e poi Unareti.
“Secondo i calcoli dell’amministrazione – afferma Roberto Basché, capogruppo della lista San Martino Unito – la sentenza sfavorevole imporrà di pagare 478.000 euro, più interessi, spese legali, imposte, Iva ecc, conseguentemente dovrà dichiarare il pre-dissesto, cioè il pre-fallimento, e imporre l’Imu sui terreni agricoli e tassare i redditi delle famiglie (addizionale Irpef). La controversia viene data per persa, ma noi speriamo che non sia così perché non è stata emessa alcuna sentenza. Sin al nostro insediamento, abbiamo contestato al sindaco di non aver mai accantonato prudenzialmente i fondi utili a coprire l’eventuale perdita della causa, questo nonostante i sei anni di carica come primo cittadino e i cinque precedenti come vicesindaco e assessore. In undici anni non ha fatto nulla. Altri Comuni coinvolti in una controversia simile, come Gazzuolo e Sabbioneta, hanno sì perso ma, avendo negli anni accantonato i soldi, hanno pagato senza tassare nessuno. Sorprendentemente, pochi giorni prima che i giornali annunciassero il suo pre-fallimento, il Comune ci inviava la “Nota Integrativa al Bilancio di Previsione 2019/2021”, che spiegava come non fosse necessario fare accantonamenti perché avrebbe vinto la causa, visto che era il suo avvocato a dirlo. Noi pensiamo che il legale abbia tirato a fare il suo mestiere, e lo ha fatto per anni e anni, ovviamente non a gratis. Visto però che a decidere non è l’avvocato, ma un giudice, l’Amministrazione doveva cautelarsi. Con la stessa Nota Integrativa, il Comune si mostrava sereno dicendo che, se le cose fossero finite male, poteva pagare con un mutuo. Insomma tutto a posto, ma in pochi giorni è passato alla disperazione”. “Come mai questa giravolta? Semplicemente – afferma la consigliera Mara Gandolfi – perché il Comune sta preparando il bilancio di previsione e si è accorto che il suo stato finanziario sta letteralmente marcendo indipendentemente dalla causa del gas. Da oltre un anno, e i nostri volantini e comunicati lo confermano, stiamo chiedendo di frenare le spese e di porre in equilibrio entrate e uscite. Purtroppo, il Comune ha sempre speso, vendendo e divorando immobili su immobili, compresa la piazzola ecologica, un servizio utile di cui oggi siamo privi. Solo ora gli amministratori si sono svegliati ravvisando il rischio di fallimento”. Secondo i consiglieri, adesso, per pagare il debito, si dovranno tagliare tutte le spese escluse quelle per i servizi essenziali (scuole, cimitero, illuminazione, ecc).
“Recentemente la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale ricorrere all’indebitamento per finanziare il rientro dal pre-dissesto – aggiunge Baschè – perché ritiene scorretto scaricare sulle generazioni future gli oneri conseguenti. Insomma non si può neppure stipulare un mutuo come invece ci è stato raccontato”.
Sulle modalità di rientro dal debito interviene anche la consigliera Roberta Salomoni : “Forse qualcosa daranno Stato e Regione e poi si possono vendere altri immobili che, sul piano teorico, potrebbero essere l’ex Enal, Palazzo Novellini o il Centro sociale “Incontro”. Sempre che non si determinano urgenze nell’ex oratorio Acli, un grosso edificio inagibile, che il Comune si è preso in comodato per 40 anni ben sapendo di non aver i soldi per muovere un mattone. Noi siamo contrari alle tasse perché lo riteniamo ingiusto. Si deve trovare un’altra strada. Un anno fa avevamo chiesto di costituire una commissione tra maggioranza e minoranza per monitorare il bilancio comunale e il sindaco ci ha detto no. Ora comprendiamo il perché: non voleva che si scoprisse il disastro già esistente. Adesso vuole tassare gli agricoltori e i redditi delle persone che percepiscono un lordo superiore a 750 euro mensili, ma vuole salvare i suoi compensi blindandoli in un fondo al riparo dal dissesto del Comune. Forse, data la situazione, sarebbe stato più nobile rinunciare all’indennità di primo cittadino. Noi ci auguriamo ancora che la causa del gas non venga persa”.
La minoranza di San Martino dice no alle nuove tasse del Comune
Le parole dei consiglieri