BAGNOLO – Il nome del Comune per una iniziativa lodevole, volta a ricordare coloro che hanno pagato con la vita il prezzo della libertà. Correva l’anno 2008 quando, per onorare i caduti biellesi e sardi della Grande Guerra, il circolo culturale sardo “Su Nuraghe” di Biella presieduto da Battista Saiu decise di costruire nella zona della strada di gronda un nuraghe, edificio simbolo dell’isola, utilizzando massi di melafiro, roccia eruttiva tratta dalle cave di Curino. Ora il progetto, ribattezzato “Nuraghe Chervu” (così è infatti stata chiamata l’area monumentale, ndr) si può dire abbia coinvolto l’intero paese dal momento in cui sono oltre 250 le pietre posate con l’obiettivo, ambizioso ma senza scadenza, di toccare tutta l’Italia; su ogni pietra, recuperata da desueti lastricati o da rivestimenti accatastati nei magazzini comunali, è stato richiesto dall’associazione di incidere il nome del comune e il relativo numero dei caduti in occasione del conflitto del 15-18. L’amministrazione bagnolese, sollecitata nel merito dalla Prefettura di Mantova con una circolare datata 18 gennaio, ha quindi risposto presente realizzando il tutto. «Si tratta di una sorta di mosaico in evoluzione che ricorda tutti i caduti d’Italia – il commento della giunta -. Al progetto abbiamo aderito molto volentieri in quanto, per i singoli comuni, è un modo per recuperare la memoria di quel drammatico periodo storico».