Porto Mantovano non è (più) un paese per tennisti

PORTO MANTOVANO – Se un tempo, anche grazie a società come l’Unione Sportiva Tennis o il Tennis Dream Team, era considerata una scuola di talenti della racchetta, oggi a Porto Mantovano per il tennis non sembra più esserci posto. E non certo per la mancanza di appassionati, ma perché i quattro campi presenti sul territorio – tre si trovano a Sant’Antonio, l’altro a Soave – sono caduti in disuso, abbandonati all’incuria e al degrado. Una sequela avvilente di problemi che costringe atleti ed amatori ad “emigrare” verso altri lidi, ed è un vero peccato considerando che il rilancio dei territori passa anche per lo sport.
Sulla vicenda già lo scorso anno il gruppo consiliare di opposizione della Lega aveva prodotto una mozione per sollecitare l’amministrazione comunale a riqualificare i suddetti impianti per fare sì che il tennis potesse tornare a venire praticato sul territorio portuense, ma a distanza di diversi mesi tutto è rimasto tale e quale. «Speravamo, anche grazie all’interessamento del consigliere Marco Bastianini che si era premunito di portare le nostre richieste all’attenzione del Consiglio, che finalmente fosse l’anno buon per poter riprendere l’attività anche qui a Porto, ma con dispiacere ci tocca constatare che non sarà così», commenta il maestro Gianluca Bianchini.
«Una situazione francamente incomprensibile, perché sarebbe bastata un po’ di buona volontà da parte dell’Amministrazione per restituire dignità e decoro agli impianti dismessi – fa notare il consigliere Bastianini -. All’amarezza per il degrado che regna sovrano nelle strutture si aggiunge ovviamente il disagio per i tennisti, che nel nostro Comune sono parecchi, costretti a doversi recare fuori sede per praticare il loro sport preferito». Alcuni si rivolgono a Mantova, altri a San Giorgio Bigarello, altri ancora a Marmirolo. «Spostamenti di chilometri sicuramente evitabili. A questo punto – sottolinea Bastianini – ci vedremo costretti a riproporre la stessa mozione per spronare il Comune ad attivarsi con un progetto ben definito affinchè i campi allocati sul territorio portuense vengano sistemati e resi sicuri anche per scongiurare, altro problema non secondario, che diventino luoghi per le scorribande di vandali».

Matteo Vincenzi