Salta la prima dell’agrario di San Benedetto, la rabbia di famiglie e Comuni

SAN BENEDETTO – Mancano quattro alunni: salta la prima classe, per l’anno scolastico che partirà a settembre, dell’istituto agrario Strozzi. Decisione presa dal Provveditorato che sta facendo andare su tutte le furie non solo le famiglie degli studenti che per il 2021-2022 avrebbero voluto frequentare lo Strozzi a San Benedetto, ma anche i Comuni e la Provincia.
Tanto che proprio per fare sentire la propria voce, per oggi alle 18 è stato organizzato un sit-in di protesta di fronte ai cancelli dell’agrario nella frazione di Villa Garibaldi. Per l’occasione, oltre alle famiglie, è prevista anche la presenza dei sindaci (o loro rappresentanti) dei Comuni limitrofi a San Benedetto e della Provincia.
Come detto, la questione verte su quattro alunni: il numero minimo di iscritti per formare la classe è infatti di 18; per l’anno che prenderà il via a settembre invece gli iscritti sono solamente 14. Per questo il provveditorato per il momento non ha dato il via libera alla prima classe.
Il Comune dal canto suo si è già attivato per tentare di risolvere la questione e, dopo varie telefonate e una pec, è riuscito ad ottenere per la prossima settimana un incontro online con il provveditore.
«È molto spiacevole – afferma il sindaco  Roberto Lasagna – trovarsi in questa situazione, tra l’altro per soli quattro alunni. Solitamente, inoltre, nel corso dell’anno il numero degli iscritti aumenta e di conseguenza non dovrebbero esserci grossi problemi da questo punto di vista. Ma a parte questo, il fatto è che l’agrario di San Benedetto è una scuola che ha funzione non solo a livello di istruzione ma anche a livello sociale. Nel corso del tempo infatti tanti ragazzi sono stati davvero aiutati e seguiti in pratica singolarmente. Basti pensare che, nonostante lo Strozzi ci sia anche a Mantova e Palidano, qui a San Benedetto arrivano studenti anche da Mantova e da numerosi altri comuni. Ci sarà pure un motivo se l’istituto ha ricevuto riconoscimenti anche dalla Regione. Pure i Comuni fanno i conti ogni giorno con situazioni difficili e con la proverbiale coperta corta: come fanno tutti i sindaci, anche il provveditore dovrebbe fare qualche scelta coraggiosa non solamente guardando alla matematica».
A Lasagna fa eco il sindaco di Quistello  Luca Malavasi: «In questo contesto, dopo una pandemia, con il ponte chiuso agli autobus e un istituto tecnico a Palidano “strapieno”, il provveditore non può guardare solo i numeri. Quanti ragazzi hanno trovato lavoro (e soddisfazione) dopo aver studiato a San Benedetto? Quale sarà il maggior costo per la collettività per non aver fatto partire la prima? Lavoriamo per le infrastrutture, per i trasporti, per le aree interne, per non perdere servizi e poi, senza preavviso e senza concertazione, lo Stato decide di iniziare a chiudere una scuola. Non è vero che non ci sono risorse: piuttosto il sistema pubblico non riesce ancora ad investire correttamente le risorse disponibili».