Smaltimento illecito di rifiuti, ombre sul porto di Revere

REVERE – L’indagine denominata “Similargilla”, condotta da Dia, carabinieri forestali e polizia giudiziaria della Procura di Brescia – e che ha portato all’esecuzione di una misura cautelare nei confronti di due imprenditori – crea, di riflesso, qualche preoccupazione riguardo la banchina portuale di Revere, nel comune di Borgo Mantovano. L’azienda coinvolta, cui fanno riferimento i due imprenditori, aveva in affitto la banchina portuale in cui si trova accatastato, da circa un anno e mezzo, materiale che dovrà sicuramente essere smaltito.
Per questo motivo l’amministrazione comunale, come ci ha confermato lo steso sindaco  Alberto Borsari sta confrontandosi da tempo con il curatore fallimentare dell’azienda per capire come intervenire in caso di necessità. Va detto che il lato mantovano dell’inchiesta è quello che presenta meno aspetti, poichè – per ora – tra gli immobili posti sotto sequestro dagli inquirenti bresciani vi sarebbe solo la sede dell’azienda a Carbonara. Non risulta per ora interessato il sito della banchina di Revere (e nemmeno un altro magazzino sito a Magnacavallo) ma non è dato sapere, per ora, quali saranno gli sviluppi dell’indagine. Indagine che, lo ricordiamo brevemente, punta l’indice su un giro di rifiuti che, attraverso la compilazione di una documentazione falsa, venivano illecitamente smaltiti sotto la veste di prodotti end-of-waste, ovvero derivanti dal processo di recupero.