Delitto di via Bonomi, giudizio abbreviato per il presunto assassino

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MANTOVA –  Esclusa l’aggravante dei futili motivi ha potuto chiedere ed ottenere il giudizio con rito abbreviato garantendosi così, in caso di condanna, uno sconto di pena pari ad un terzo del totale. Questa la strategia processuale avanzata ieri dal difensore (l’avvocato Francesco Ruggenini), e quindi avallata dal gup Arianna Busato, del presunto responsabile del delitto di via Bonomi, il 23enne marocchino Hiani Othman, accusato di omicidio volontario. Se giudicato colpevole – il prossimo 22 novembre – rischia fino a trent’anni di reclusione in virtù del rito alternativo scelto. Un fatto di sangue, quello relativo alla morte di Zane Abdul Mobarik, il 21enne ghanese attinto da un fendente all’arma bianca la sera dell’11 ottobre 2021 e poi deceduto la mattina seguente all’ospedale di Mantova, che fin da subito aveva posto gli inquirenti davanti a un ampio ventaglio di ipotesi circa il movente; oltre alla pista dell’aggressione a scopo di rapina sfociata poi in tragedia non era stata altresì trascurata nemmeno quella di un regolamento di conti maturato negli ambienti dello spaccio di stupefacenti così come una lite scoppiata per la spartizione di un magro bottino, rappresentata nella fattispecie da un fantomatico telefonino forse rubato poco prima, in concorso da vittima e carnefice, ai danni di una terza persona nei pressi di piazzale Don Leoni. A stroncare la vita al richiedente asilo alloggiato nel Bresciano, secondo quanto riscontrato all’esito dell’esame autoptico sarebbe stato un solo colpo mortale, perpetrato con un punteruolo più che con un coltello inferto dal basso verso l’alto e che avrebbe portato alla lacerazione di un polmone e del cuore. Il presunto assassino in vece, dopo una notte di latitanza era stato fermato poco dopo l’alba a bordo di un treno in partenza da Mantova.