Sparatoria Suzzara: un commando che voleva uccidere a tutti i costi

Si cerca di ricostruire la dinamica. Nel frattempo controlli a tappeto per individuare gli aggressori

SUZZARA Permane ancora il massimo riserbo da parte degli inquirenti sulle indagini relative all’agguato di giovedì sera a Suzzara dove è rimasto gravemente ferito da un colpo di pistola un 24enne di origine dominicana. Riserbo legato sia al movente della sparatoria sia anche alla dinamica della medesima anche se – pur se gli inquirenti si trincerano dietro un serratissimo “no comment” – appare chiaro che chi ha aggredito il giovane  Marcos Ados Rosa Jimenez voleva uccidere. Il colpo di pistola che gli ha trapassato l’addome non ha avuto conseguenze più gravi solo per un caso fortuito e forse a salvare il giovane è stato proprio il fatto che la pistolettata è partita in uno spazio aperto, troppo a rischio di occhiate indiscrete, costringendo gli assalitori – probabilmente due persone – a darsi alla fuga. Le congetture che si stanno facendo sul caso sono molte anche se sembra altamente improbabile che chi ha aggredito il 24enne volesse eliminarlo all’interno dell’appartamento della palazzina dove dimorava con un’amica; più probabile che i due aggressori abbiano trascinato di peso il giovane fuori dall’abitazione per poi portarlo in un luogo più sicuro (per loro) e che una successiva colluttazione in strada si sia conclusa con il colpo di pistola, In ogni caso sono ipotesi: sia dalla Procura di Mantova che da parte dei Carabinieri non trapela nulla di più di quanto era stato rilevato giovedì sera ed è fuori discussione che la testimonianza di alcune persone, della giovane che si trovava con l’aggredito e dello stesso Jimenez potrebbero rivelarsi decisivi per la soluzione di questo giallo. Un’aggressione tipica della criminalità organizzata che rappresenta – come aveva ricordato giovedì sera lo stesso comandante provinciale dei carabinieri  Fabio Federici – un fatto anomalo nel contesto del territorio mantovano.

Nicola Antonietti