Forse sedotto, ma non truffato. Assolti gli ex colleghi

Il tribunale di Mantova

MANTOVA  Questo processo s’aveva da fare a tutti i costi, aveva deciso il gip, respingendo all’epoca la richiesta di archiviazione fatta dal Pubblico Ministero ordinando l’imputazione coatta per tre persone. L’altro ieri due di queste sono state assolte per non avere commesso il fatto; sentenza emessa con rito abbreviato secco, ovvero con una discussione basata solo sugli atti a processo. I due imputati, un 45enne di Roncoferraro e un 61enne di Luzzara, erano accusati di truffa aggravata ai danni di un uomo residente a Mantova affetto da un deficit cognitivo, una vicenda che risale a 5 anni fa. Quest’ultimo, parte civile al processo, aveva raccontato a un collega di lavoro (il 45enne mantovano), che frequentava una ragazza rumena che lavorava come entraineuse in un night e che voleva toglierla da quell’ambiente. Il collega avrebbe chiesto aiuto a un dirigente della ditta (il 62enne reggiano) in cui i due lavoravano, prospettando per la ragazza l’assunzione al posto di un’impiegata che doveva andare in pensione di lì ad alcuni mesi, e chiedendogli 13mila euro per incentivare la donna a lasciare il lavoro anzi tempo. La vittima della presunta truffa avrebbe dato ai due altri 6-7mila euro per difendere la fidanzata da un non tizio che la molestava. Quest’ultima avrebbe comunque rifiutato di andare a lavorare come impiegata, e avrebbe continuato a fare l’entraineuse senza però troncare la relazione con il “fidanzato”. La sorella di quest’ultimo aveva sporto querela contro la ragazza sostenendo che nel corso di una decina di anni aveva spillato circa 40mila euro al fratello-fidanzato. La giovane rumena è attualmente a processo con rito ordinario per questa stessa vicenda, mentre l’altro ieri i suoi presunti complici sono stati assolti. Il Pm aveva chiesto due anni di reclusione ciascuno, mentre la parte civile aveva chiesto una provvisionale immediata di 10mila euro. Il gup Chiara Comunale ha invece accolto le richieste di assoluzione dell’avvocato Andrea Rossato che difendeva i due r li ha quindi assolti per n on avere commesso il fatto.