Vandalizzati in piazza a Poggio Rusco i furgoni di Progetto don Bosco

POGGIO RUSCO –  Vandalizzati i furgoni di proprietà dell’associazione di volontari Progetto Don Bosco parcheggiati in piazza Zanardi a Poggio Rusco.
Devastati gli interni, rotte diverse parti della carrozzeria e danneggiato anche il motore: sono questi gli ingenti danni denunciati dal responsabile del progetto ed educatore don Juri Marinelli.
Il don in un lungo pensiero lasciato su un social, esprime rabbia perché i soldi che verranno spesi per sistemare i mezzi saranno tolti al progetto, ma anche amarezza. Accoramento nei confronti di questi giovani, si tratta di minori tra gli 11 e i 13 anni, che “con questo gesto lanciano un grido di aiuto”. Aiuto che, secondo l’educatore, non va condannato, ma va capito e accolto. I responsabili sono stati fermati subito dopo dai carabinieri della locale stazione che stavano pattugliando la zona.
«Ho pensato fino all’ultimo se rendere noto questo episodio o no, però mi sembra giusto far sapere. Premetto che non vogliamo mandare nessuno “al patibolo”, ma fare una riflessione – spiega don Marinelli -. Queste non sono solo mani che distruggono, ma cuori che gridano. Ragazzi che forse nessuno ascolta davvero. Ragazzi che cercano attenzione nel modo sbagliato. Oggi non è solo la nostra Don Bosco a essere ferita, è l’intero paese. Quando dei giovani scelgono la strada del vandalismo, è una sconfitta. Non possiamo restare in silenzio. Non possiamo solo scuotere la testa e dire: “Dove andremo a finire?” – prosegue il responsabile del progetto -. Questi ragazzi sono nostri figli, nostri fratelli, nostri alunni, nostri vicini. Sono la nostra responsabilità. Come Don Bosco credeva nei giovani anche quando sbagliavano, anche noi vogliamo credere che questi ragazzi possano cambiare. Ma perché ciò accada, hanno bisogno di adulti che li accompagnino, di una comunità che si prenda cura di loro prima che sia troppo tardi. Chiediamo a voi, a tutti: cosa possiamo fare per loro? Perché la risposta non è solo punirli, ma aiutarli a ritrovare la strada. Scriveteci. Parliamone. Facciamo qualcosa. Non voltiamoci dall’altra parte.
Questi danni ci costeranno tantissimo, e sì, siamo arrabbiat perché ogni euro sprecato a riparare è un euro in meno per aiutare i ragazzi del nostro progetto. Ma c’è qualcosa che ci fa ancora più rabbia: perdere dei ragazzi per strada senza nemmeno provarci. Possiamo lasciarli sprofondare o possiamo tirarli fuori. Noi scegliamo di lottare per loro, o almeno di provarci».