Yana colta di sorpresa ha cercato di difendersi. Tramortita a furia di botte e soffocata con un cuscino

CASTIGLIOBE DELLE STIVIERE  Non ci sono segni di ferite provocate da arma da taglio, o con oggetti a punta o con armi da fuoco. I segni del decesso, la 23enne Yana Malayko li mostra tutti sul viso: una raffica di colpi, che alla fine si sono rivelati mortali, inferti con violenza tra viso e collo. Questo in sostanza l’esito dell’autopsia che l’anatomopatologo Giovanna Dal Balzo dell’Istituto di medicina legale di Verona ha eseguito ieri alle camere mortuarie dell’ospedale Carlo Poma di Mantova.
Un’autopsia che è durata circa cinque ore e alla quale erano presenti, oltre alla dottoressa Dal Balzo, anche il legale del padre di Yana, ovvero l’avvocato Angelo Lino Murtas che oltre agli studi in giurisprudenza ha svolto anche approfonditi studi di medicina legale, e l’anatomopatologa Darica Soprani di Parma, nominata consulente dalla difesa di Dumitru Stratan, l’ex fidanzato di Yana in carcere da più di due settimane con l’accusa di aver ammazzato la 23enne e di averne poi occultato il cadavere.
Dall’esame autoptico eseguito ieri dunque emerge come la giovane non presentasse ferite provocate con armi da taglio, oggetti appuntiti o armi da fuoco. Il corpo invece presenta i segni di numerosi colpi portati alla parte destra del viso tra occhio, labbro, zigomo, collo. La giovane infatti mostrava anche segni di sanguinamento a livello del naso, della bocca, del labbro e del collo stesso. Da lì deriverebbero le tracce di sangue trovate e isolate dai carabinieri su lenzuola, asciugamani, una felpa e altri oggetti trovati nell’appartamento. Per vibrare tali colpi, secondo l’autopsia, sarebbe stato usato un oggetto contundente di forma tondeggiante, del quale però finora non è emersa alcuna traccia. La giovane Yana sarebbe poi stata finita soffocandola con un cuscino. Da ultimo, il suo assassino avrebbe provato a chiudere il corpo in un contenitore rigido.
In tutto ciò la ragazza, forse colta di sorpresa, avrebbe anche tentato di parare i primi colpi: pure le mani, come pure l’area compresa tra collo e viso, presenta segni compatibili con il fatto che la giovane abbia provato a difendersi – a difendere la propria vita – riparandosi. Un gesto più che naturale nel caso in cui si venga assaliti e ripetutamente colpiti in una zona così delicata.
Nel frattempo dalla procura di Mantova non è ancora arrivato il nulla osta alla tumulazione: domani mattina infatti verranno eseguiti alcuni altri accertamenti minori sempre di natura necroscopica. Una volta conclusi questi ultimi, la magistratura dovrebbe rilasciare il nulla osta e di conseguenza la famiglia dovrebbe avere la possibilità di iniziare ad organizzare il funerale e la camera ardente.
Per martedì mattina invece è atteso l’arrivo dei Ris di Parma che eseguiranno rilievi ed accertamenti del caso sulle due automobili poste sotto sequestro – la Mercedes Slk e la Fiat 500 – e nell’appartamento di piazzale Resistenza dove la giovane Yana ha perso la vita nel corso della notte tra il 19 e il 20 gennaio scorsi.