Yana morta per asfissia chiusa e sigillata nel trolley

CASTIGLIONE La giovane Yana Malayko potrebbe essere morta non nell’appartamento al quarto piano del grattacielo di piazzale Resistenza, ma in un secondo momento. Forse per asfissia, una volta infilata e schiacciata nel trolley da viaggio all’interno del quale la scorsa settimana è stato trovato il corpo senza vita.
Sono questi alcuni dei dettagli che emergono dalle analisi eseguite nella giornata di ieri dai carabinieri del Ris di Parma, che per tutta la giornata hanno eseguito rilievi sia nell’appartamento sia nel garage ai quali ha potuto assistere, almeno in parte, anche l’avvocato Angelo Lino Murtas, legale dei genitori della 23enne. Le due auto – la Mercedes Slk e la Fiat 500 – invece nel giro di breve verranno trasferite a Parma, nella sede dei Ris, e lì verranno scandagliate.
Proprio i Ris sono arrivati ieri poco dopo le 9 in piazzale Resistenza e per tutta la giornata si sono appunto divisi tra appartamento e garage di Cristina Stratan, la sorella di Dumitru Stratan, il 33enne che dalla notte tra il 20 e il 21 gennaio scorsi è in carcere a Mantova gravato dalle pesantissime accuse di aver ammazzato Yana, la sua ex fidanzata (omicidio volontario premeditato) e di averne poi occultato il cadavere.
Ma Yana era davvero già deceduta quando è arrivata sul confine tra Castiglione e Lonato dove è stata trovata senza vita? Forse no. La giovane infatti potrebbe essere sì morta per soffocamento, ma non soffocata nell’appartamento con un cuscino, bensì compressa all’interno del trolley all’interno del quale è stata rinvenuta. Sui guanciali all’interno dell’alloggio di piazzale Resistenza infatti i Ris avrebbero trovato qualche traccia di sangue, ma non così abbondanti e a quanto pare non compatibili con uno scenario di soffocamento, se si considera tra l’altro che la 23enne stava perdendo sangue dal naso e dalla bocca dopo essere stata colpita più volte al viso e al collo.
L’oggetto con cui è stata percossa comunque non è ancora stato trovato: potrebbe trattarsi di un mattarello di piccole dimensioni o comunque di un oggetto simile. In ogni caso emerge come la giovane Yana, dopo essere stata colpita al volto e al collo, sia stata chiusa nel trolley il quale è stato poi avvolto con pellicola trasparente da cucina, quindi avvolto in una coperta e infine nel “sacco”, che altro non era che un lenzuolo azzurro annodato alle estremità a formare un capiente contenitore.
Resta anche da capire di chi fosse il trolley: se già fosse stato presente nell’appartamento o se sia stato portato dal responsabile del delitto. Il secondo scenario infatti potrebbe andare ad avvalorare l’ipotesi della premeditazione.
Nel sopralluogo di circa dieci ore i Ris hanno trovato tracce di sangue appunto su lenzuola, asciugamani, felpa. Sulla testiera del letto in similpelle bianca sono state trovate altre gocce e una “strisciata” di sangue. Sulla sponda destra del letto, invece, tracce di suole di scarpe come se qualcuno vi fosse salito in piedi. Forse per colpire qualcuno che invece sul letto era disteso: la giovane Yana, poco prima del decesso. Tracce di sangue, sebbene esigue ed evidenziate dal luminol, sono state trovate anche sul pavimento del garage.