Conosciamo meglio il bassotto, piccolo ma determinato

Ricky

Il Bassotto, denominato anche Deckel o Teckel, è conosciuto fin dal Medioevo. Il nome originale è Dachshund, termine di derivazione tedesca e fusione delle parole Dachs (“tasso”) e Hund (“cane”). Anche questa razza è frutto di incroci di razze precedenti, in questo caso si parti dai segugi (bracken). L’obiettivo era, come per i terrier, la creazione di cani particolarmente adatti alla caccia in tana.

Non tutti sanno che come i cani di tipo Bull (vedasi uscita 14/08) questa razza è famosa per il suo utilizzo nel dog baiting specialmente in America. Per chiari motivi di taglia, a differenza dei Bull che venivano fatti combattere tra di loro o con tori / orsi i bassotti venivano messi in competizione con tassi (principalmente). I bassotti sono stati comunemente usati per la caccia al coniglio o alla volpe, per individuare la posizione di cervi feriti e per stanare i cinghiali.

Artu

Benché l’aspetto dei bassotti sia davvero caratteristico e le zampette così corte possano renderli simpatici alla vista, la loro morfologia in verità deriva tristemente da un vero e proprio maltrattamento genetico. Agli albori di questa razza, infatti, alcuni soggetti erano affetti da acondroplasia, ovvero il nanismo derivante dal mancato sviluppo delle cartilagini d’accrescimento delle ossa lunghe delle zampe in tenera età.

All’epoca, nonostante questo difetto fisico, i cani venivano utilizzati comunque per stanare i tassi e, i loro conduttori, notarono come questa particolare fisicità permettesse a quei soggetti di essere più performanti nell’inseguimento della selvaggina. Notarono altresì che queste zampine minute consentivano al cane di addentrarsi nel cuore delle tane, per un successo nella caccia assicurato.

Gli allevatori decisero quindi di assecondare la crescente richiesta, venendo meno all’etica allevatoriale che dovrebbe porre in primo piano sempre la salute dell’animale. Decisero invece di sacrificarla e sostennero e perpetrarono selettivamente le caratteristiche morfologiche derivanti dalla malattia, fino a renderle costanti e riproducibili.

Per saperne di più leggete la nostra rubrica “il mio cane è felice” a cura dello staff di Corte Tosoni sull’edizione di oggi.