Calcio dilettanti – Baretti (presidente Crl): “Chiudano tutto o mi dimetto”

Giuseppe Baretti
Giuseppe Baretti

MANTOVA Sarà giovedì, probabilmente, il giorno in cui si potrà sancire lo stop definitivo del calcio dilettantistico lombardo. Usiamo il condizionale, perchè non è detto ci sia completa unanimità di pensiero per quanto riguarda i presidenti dei comitati regionali del nord. Almeno, questo è quanto ha fatto trapelare il numero uno lombardo del Crl  Giuseppe Baretti nella riunione di sabato con le società bresciane. Baretti, come accade da settimane, ormai, non si è tirato indietro nel fotografare per l’ennesima volta una situazione che si protrae da fine febbraio: «Non possiamo sospendere i campionati in maniera autonoma – ha detto, un concetto ribadito anche nell’edizione di ieri della  Voce dalla vicepresidente Rasori -, ma solo riportare le istanze delle società della nostra regione a livello nazionale». Che sono le seguenti: 9 sodalizi lombardi su 10 si sono chiaramente espressi nelle assemblee liberamente convocate in ogni delegazione dal Crl, per la chiusura anticipata dei campionati. Insomma: almeno sotto questo punto di vista le chiacchiere stanno a zero. Ora bisogna far sentire la propria voce.
L’occasione sarà appunto giovedì 23, quando i presidenti dell’Area Nord (Piemonte-Vda, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli) si riuniranno in video conferenza, al mattino, per fare il punto e cercare una sintesi. Una comunanza di posizioni, dicevamo poc’anzi, che sembrava scontata fino a pochi giorni fa, ma che lo stesso Baretti nell’incontro telematico di due giorni fa ha lasciato intendere non sia proprio granitica. Insomma, al nord (ma anche e soprattutto al centro-sud) qualcuno ancora s’illude di poter chiudere i campionati regolarmente, per quanto concerne il dilettantismo. Buon per loro.
Non la Lombardia: l’altroieri Baretti ha ribadito che non si ripartirà e ha addirittura minacciato le dimissioni, qualora la Lnd non desse il via libera allo stop delle attività del Crl per questa stagione. Insomma: non si capisce perchè in altri paesi europei, citiamo soltanto Inghilterra e Francia, pure loro duramente colpiti dall’infezione, si sia serenamente deciso di cancellare la stagione del calcio dilettanti con un tratto di penna e senza grossi rimpianti (vista anche la situazione) e in Italia si continui a procrastinare una decisione scontata per circostanze e logica. E che, addirittura, si sarebbe dovuta prendere qualche settimana fa. Baretti chiederà lo stop definitivo al “superiore” in grado,  Cosimo Sibilia, il quale dovrà comunque far pesare una posizione influente come quella della Lombardia, ai presidenti delle altre leghe nella riunione che si terrà proprio al pomeriggio dello stesso giovedì. Tutto questo, senza nemmeno il bisogno di introdurre il discorso riguardante i protocolli medici: sarà difficile rispettarli persino in Serie C, figuriamoci nei dilettanti.
Insomma: se è per certi versi comprensibile, provare a terminare il campionato in A (per tutti gli interessi economici che gravitano attorno alla massima serie), nei dilettanti servirebbe solo una semplice presa d’atto della volontà delle società stesse. Anche per poter iniziare a pensare al futuro, che non sarà certo facile.