Rame rubato dalle ferrovie, imprenditori accusati di ricettazione

L’indagine della Dda di Brescia

MANTOVA Durante un controllo gli agenti della Polfer avevano rinvenuto del rame trafugato lungo la linea ferroviaria nazionale Bologna-Mantova-Verona, così come rubate risultavano anche una dozzina di batteria per auto esauste. Per quanto riguarda il materiale oggetto di furto l’accusa è di ricettazione; ben più grave invece è quella relativa al traffico illecito di rifiuti che, secondo il testo unico in materia ambientale, comporta un tipo di reato di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia. Motivo questo per il quale nel processo che vede imputati Antonio e Silvano Venturini, titolari di una ditta con sede a San Giorgio, e Francesco Cordioli, legale rappresentante della Nuova Frassine srl di Mantova, a sostenere l’accusa è un pubblico ministero dell’Antimafia di Brescia. Nel corso della prima udienza erano stati ascoltati due agenti che all’epoca dei fatti, risalenti al 2016, erano in servizio alla Polfer di Mantova e Milano, i quali avevano spiegato com’erano stati svolti gli accertamenti che avevano portato alla denuncia dei tre imprenditori. Nei depositi delle loro ditte erano stati infatti rinvenuti circa 200 chili di rame oltre alle diverse batterie esauste. Ieri mattina di fronte al giudice Antonio Serra Cassano hanno parlato i due fratelli Venturini, difesi dall’avvocato Fabio Madella. Il processo è stato quindi aggiornato al prossimo 15 novembre per i testi delle difese. Rfi si è costituita a processo quale parte civile.