Calcio dilettanti – Enrico Taino: “Lascio a malincuore la Serenissima”

RONCOFERRARO Un fulmine a ciel sereno, o quasi. Al termine di tre stagioni vissute sulla cresta dell’onda, il diesse della Serenissima Enrico Taino lascia l’incarico. La scelta, come ha spiegato l’interessato, è legata a motivi strettamente personali, ovviamente extracalcistici. «E’ stata una decisione sofferta ma spontanea – dichiara – maturata in questi due mesi di quarantena. Gli eventi recenti hanno influenzato non poco il contesto nel quale siamo costretti a vivere: su questo ho riflettuto molto e ho preferito fare un passo indietro perché il calcio, ora come ora, non rientra nelle mie priorità. I sempre maggiori sforzi che richiede la professione che svolgo non mi permettono di continuare a ricoprire l’incarico per come lo intendo io; il direttore sportivo non è solamente colui che sceglie e acquista i giocatori ma anche la loro ancora di salvezza, il confidente in caso di necessità. La disponibilità in questo ambito è fondamentale ed io non posso garantirla».
Taino ha quindi voluto ripercorrere le tappe più importanti della sua avventura in biancazzurro: la finale playoff persa in Seconda nella stagione 2017-2018, la vittoria dello stesso campionato nell’anno successivo, quello del centenario, e l’ottimo sesto posto ad un punto dalla zona spareggi prima dello stop in Prima Categoria. «Il grande rimpianto è quello di non aver potuto terminare la stagione perché con nove giornate ancora da disputare, senza voler peccare di presunzione, saremmo andati ai playoff senza problemi. Conosco il valore della squadra e non ho alcun timore a dire che in gara secca avremmo fatto bene, molto bene. Sono stati sei mesi intensi, intervallati da momenti belli e altri meno, esattamente come accade nella vita. La vittoria per 4-0 contro il Curtatone rimarrà una delle istantanee più piacevoli, mentre il terribile infortunio occorso a Tomasello nella gara di Pralboino, il 10 novembre, il frangente emotivamente più difficile. Anzi, a tal proposito, confesso che è stato quello l’episodio che ha iniziato a farmi vacillare. Ricordo tutto: l’attimo dell’infortunio, il viaggio in ambulanza verso l’ospedale di Manerbio e la diagnosi finale. A Roberto, nonostante il legame stretto di recente, mi lega una forte amicizia e il fatto che, a causa della gravità dell’infortunio, non potesse più scendere in campo è stato un duro colpo. Veniva da un anno di inattività ed era stata una mia scommessa, sino ad allora abbondantemente vinta». La Sere, da matricola, ha sorpreso tutti e il diesse si lascia andare ad una confessione: «Prima di quella partita eravamo a due punti dal Pralboino capolista e a 15 giorni dall’apertura del mercato invernale. Di concerto con mister Baratti, col quale mi sono trovato sempre in perfetta sintonia riguardo a obiettivi e scelte di mercato, avevamo già pensato di affiancare a Tomasello un altro giocatore di spessore come Omorogieva per cercare di dare l’assalto al primo posto e centrare una storica doppia promozione. Poi il destino si è messo di mezzo, ed è un vero peccato. Anche in questa stagione abbiamo svolto, tutti assieme, un lavoro egregio riuscendo a portare a Roncoferraro giocatori fortissimi come Sarpong, quello che ha reso senz’altro di più, e Marchese».
Dulcis in fundo arrivano i ringraziamenti, doverosi, verso chi gli ha permesso di affermarsi a determinati livelli. «Tengo intanto a precisare che rimarrò nelle vesti di consulente esterno e, ovviamente, continuerò a seguire la Sere da tifoso. Confesso che ho ricevuto proposte da piazze importanti (Governolese, San Lazzaro e Curtatone, ndr), ma al momento devo concentrarmi su me stesso. Chissà, magari in futuro se ne riparlerà. A Roncoferraro, uno dei posti migliori dove fare calcio, ho trovato una società modello che non mi ha mai ostacolato, anzi mi ha lasciato praticamente carta bianca per tre stagioni. Sarò sempre debitore nei confronti del presidente Alessandro Boccaletti, una delle persone a cui sono più legato nel mondo sportivo assieme al mio mentore Antonio Dalcò. Auguro ai miei compagni di viaggio le migliori soddisfazioni future». In bocca al lupo anche a lei, direttore.