Calcio – L’ombra della crisi minaccia i dilettanti

MANTOVA Anche il calcio dilettantistico del nord Italia rischia di pagare un conto salatissimo in nella crisi economica dovuta al coronavirus. La Lnd nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme rosso con un dossier: il prossimo anno sono a rischio iscrizione addirittura il 30% delle società. Un’ecatombe che rischia di cambiare la geografia centenaria del pallone di paese. A pesare come un macigno, la forte riduzione degli sponsor che si annuncia del 30-50% (se le prime proiezioni sul PIL saranno confermate, si rischia una recessione a doppia cifra nel 2020, che richiederà misure straordinarie da Stato Italiano e Unione Europea), ad essere ottimisti. La crisi di liquidità che si sta innescando in queste settimane, rischia di bloccare qualsiasi contributo alle società sportive locali, che di questo vivono, oltre che di valorizzazione dei settori giovanili e, magari, degli introiti di qualche sagra estiva o di tornei. In Italia, sempre secondo la Lnd, 200.000 ragazzi dei quasi 700mila tesserati, rischiano di non avere più una società calcistica con cui scendere in campo. Un problema non da poco, visto che il volontariato e la passione dei dirigenti, hanno permesso di creare un sistema in grado di far fare sport ai più giovani in maniera capillare in tutta la nazione, un’opera fondamentale specie nelle realtà più difficili. Per questo è stato richiesto alla Figc un contributo di 12.5 milioni per frenare l’emorragia. In attesa di capire se la somma sarà sufficiente, che fare? Difficile dire quali saranno i prossimi passi, ma di sicuro potranno farcela le società che puntano già da anni sul settore giovanile, ma anche il mercato avrà le sue ripercussioni. Inevitabile un taglio netto dei rimborsi: questo impedirà ad alcune società di potersi rivolgere al mercato più ambito, quello bresciano, per privilegiare giocatori più vicini geograficamente. C’è poi la questione “game over”: se si chiudessero oggi i campionati, si taglierebbero i costi di un paio di mesi del budget di quest’anno, per poter avere un risparmio sul prossimo. Una sorta di spalmatura delle perdite. Molto potranno fare anche le agevolazioni che il Governo potrebbe concedere sui canoni degli impianti sportivi o sulle tasse di iscrizione. Ma su quelle, ancor non v’è certezza.