Calcio – Parla Monachello: “Mantova ce l’ho nel cuore e Piccoli vuole arrivare in alto. Se mi chiama, io lo ascolto”

Monachello Gaetano (Mantova) (5)
Gaetano Monachello

Mantova Quella che si è da poco conclusa doveva essere la stagione della rinascita, sia per il Mantova, ma anche e sopratutto per Gaetano Monachello. Una stagione che, invece, è cominciata male ed è finita peggio. Un anno fa circa, lo ricorderete, iniziò un lungo tormentone fatto di silenzi, voci di mercato, che si protrasse fino alla partenza per il ritiro estivo. Poi finalmente, dopo aver firmato il rinnovo, l’attaccante siciliano si presentò alla corte di mister Corrent, che non vedeva l’ora di allenare il bomber tanto atteso dal mercato. Amichevoli estive, Coppa Italia e poi l’inizio shock di campionato: sconfitta con il Sangiuliano all’esordio; altro passo falso alla seconda con il Novara, in casa, e il ginocchio del bomber fa crac. «C’era troppa serenità nell’aria, non lo meritavo proprio…».
Poi è iniziato un calvario…
«E’ l’infortunio peggiore che possa capitare a uno sportivo. Il percorso è stato lunghissimo. Fino ad aprile ho fatto avanti e indietro Mantova-Negrar, 104 chilometri al giorno».
Cinque mesi fuori dal campo, ma sei sempre rimasto al fianco della squadra. Come hai vissuto quel periodo?
«Malissimo perchè la squadra stava attraversando un momento difficile, ma non potevo dare il mio contributo. Una sofferenza assurda».
Una sofferenza anche per il Mantova. Puntavano tutti su di te…
«E’ così. Brutto per entrambi. Volevo dare continuità al bel momento che avevo vissuto nell’ultima parte della scorsa stagione. Mi è dispiaciuto tantissimo, so quanto ci tenevano a me i tifosi, direttore, presidente, tutti».
Quante difficoltà per il Mantova in questa stagione, anche tanta sfortuna…
«Non siamo partiti bene, la squadra non era al meglio, il mio infortunio potrebbe aver influito. Così come sono stati determinanti altri infortuni come quelli di Pinton, Pedrini, Conti, Ghilardi, Matteucci».
Un alibi per mister Corrent?
«Io con lui ho lavorato e penso sia davvero forte. Era alla sua prima esperienza in un grande club come il Mantova e qualche difficoltà ci poteva stare. Gli errori li abbiamo commessi anche noi giocatori. Siamo noi che poi andiamo in campo».
Mandorlini secondo te è riuscito a dare la scossa?
«Secondo me sì, perchè abbiamo avuto alla fine una grande reazione dopo tanti alti e bassi. Peccato perchè ci mancava un punto. Il rammarico sicuramente è per quelle partite perse in modo sciocco. Se vinci 2-0 con la Virtus, non puoi perdere 3-2. Quest’anno, evidentemente, doveva andare così…»
I segnali negativi si sono visti fin dall’inizio…
«Ci sono state delle partite in cui siamo stati costretti a giocare con dei giocatori fuori ruolo. Ricordo che verso la fine della stagione eravamo in dieci in tribuna. Praticamente una squadra intera».
Sei tornato in campo nella giornata peggiore…
«Peccato perchè davvero non vedevo l’ora di tornare a giocare. Volevo mangiare l’erba».
Passata la batosta, il Mantova è ripartito. Tante voci in queste settimane, anche su una tua possibile permanenza…
«Ho giocato in tante piazze e ho avuto tanti presidenti. Piccoli va nella lista dei migliori. So che c’era e spero ci sia ancora un progetto importante. Ha delle idee pazzesche per il Mantova. Bisogna fargli una statua».
Quindi sei pronto a rimanere?
«A Mantova io e la mia famiglia ci troviamo benissimo e questo è importante. Qui è nata mia figlia ed è mantovana. Sono legato a questa città e ho tenuto la casa, ma non ho parlato con nessuno. Ancora sto male per come è finita quest’anno, ora vediamo cosa succede».
Si parla di un possibile ripescaggio…
«Me lo auguro veramente. Il presidente se lo merita».
Rimarresti in Serie D?
«Se il presidente chiama, lo ascolto volentieri. Ripeto: io qui ci sto bene».
Botturi lo conosci?
«Non lo conosco di persona, ma so chi è. So che era già stato a Mantova, è giovane ma ha già molta esperienza».