MANTOVA Vincere. È la cosa che più manca al Mantova per compiere quel balzo in classifica che gli consenta di dormire sonni un po’ più tranquilli. I biancorossi ci sono riusciti solo 6 volte in 26 partite: solo Frosinone e Cosenza presentano numeri inferiori. Diventa quindi indispensabile provarci domani al Martelli contro il Bari. «Questo step di vincere qualche partita in più è il salto più difficile – ammette Davide Possanzini – , ma non so dove vada trovato nello specifico quel “qualcosa in più” che ci manca. Sono troppe le variabili. A volte ci è mancato un pizzico di convinzione, come a Bari nella gara d’andata: sono andato a rivedermela e non è stata assolutamente una brutta prestazione. Eravamo all’inizio del campionato, in una fase di apprendimento. A volte ci manca anche l’attenzione massima che andrebbe messa ad ogni situazione che capita in campo. Poi ci sono fattori che sfuggono al nostro controllo, come gli errori arbitrali: vedi il rigore dato al Palermo. Oppure la sfortuna: ci credo poco, ma sicuramente quest’anno non siamo stati tanto fortunati».
Sia come sia, il Mantova si è portato dietro un bel carico di autostima dalla prova di Palermo. Ora si tratta di riversarlo in campo contro il Bari. «A Palermo – ricorda l’allenatore biancorosso – c’erano i presupposti per vincerla e questo mi ha lasciato parecchio rammarico. Però la prestazione mi fa ben sperare per il futuro. È cambiato il modulo? Sì, sicuramente in quella partita può aver avuto un peso. Abbiamo gestito meglio la palla in certi momenti, non ci siamo esposti alle ripartenze. Però la scelta del modulo di gioco dipende anche dagli avversari e dagli spazi che occupano in campo». E qui entra in gioco il Bari: «Mi aspetto una partita diversa rispetto alle ultime tre – rivela Possanzini – . Perchè il Bari gioca sui riferimenti. Mi aspetto una gara molto più verticale, piena di duelli, uomo contro uomo a tutto campo. Noi proveremo a vincere perchè questa è la nostra mentalità che ci caratterizza. Talvolta ci penalizza, ma è la nostra idea. I ragazzi se la possono giocare con tutti e finora lo hanno dimostrato. Poi, per centrare determinati traguardi, nella vita bisogna andare oltre i propri limiti. Ecco, io vorrei che non ci creassimo noi da soli troppi limiti mentali, recinti da cui non si esce. È con la convinzione che ci salveremo».
A Palermo finalmente si è sbloccato Mensah. «È stato messo nelle condizioni di calciare al meglio – annota Possanzini – e lui si è fatto trovare pronto. Davis è sempre stato un giocatore importante per noi, al di là del gol. Era sereno anche prima, ma spero che l’essersi sbloccato gli abbia dato ancor più fiducia».
Il finale è sui tifosi. L’ultima partita al Martelli (col Sassuolo) esibiva i distinti semivuoti e Possanzini lo fece notare. Oggi dice: «Giocavamo con la prima in classifica e mi attendevo più gente… non so, probabilmente mi ero creato troppe aspettative io. A Palermo, per contro, abbiamo ricevuto una grande dimostrazione d’affetto. I ragazzi l’hanno avvertito. Dopo due sconfitte non era scontato».