Calcio Serie C – Mantova, la carica di Ghilardi e Panizzi: “Facciamo leva sull’entusiasmo ritrovato”

Erik Panizzi
Erik Panizzi

MANTOVA Uno dei limiti più evidenti del Mantova di quest’anno è la fase difensiva. I 59 gol subìti rendono la retroguardia biancorossa la più battuta dell’intera Serie C. E proprio questa debolezza costerebbe al momento i play out all’Acm perchè, a parità di punteggio e di differenza reti nello scontro diretto col Trento, fa testo la differenza reti generale. Che in questo momento, proprio a causa delle tante reti subite, penalizza il Mantova (-14 contro -3). Da qui comincia la chiacchierata con due difensori biancorossi: Daniele Ghilardi ed Erik Panizzi. «È vero – conferma Ghilardi – . Abbiamo subìto troppi gol e questo ha influito sulla classifica. Fortunatamente nelle ultime partite ci siamo ricompattati». Da questa ritrovata compattezza il Mantova dovrà ripartire domenica a Vercelli. Per poi completare l’opera il sabato successivo al Martelli contro il Padova. Due successi garantirebbero la salvezza. «Pensiamo a Vercelli – dice Panizzi – . Sappiamo tutti l’importanza di questa partita. Dobbiamo affrontarla con l’atteggiamento delle ultime gare. Ovvero senza lasciare il pallino agli avversari, altrimenti succede che prendiamo gol». «Sarà una finale – taglia corto il 20enne Ghilardi – . Personalmente è la partita più importante della mia carriera. Però non la vivo con ansia. Sono abbastanza tranquillo. Per ora (ride, ndr).
Il giovane Daniele e l’esperto Erik hanno fatto coppia fissa al centro della difesa nel memorabile match col Renate. «Quando abbiamo preso gol ci siamo rimasti male – racconta Ghilardi – . Per fortuna ci siamo rimessi in asse velocemente. Quando è arrivato l’1-1 abbiamo capito che potevamo vincerla. Sul 2-1 sono riuscito a indirizzarla bene verso la porta, ma è stato provvidenziale Bocalon a deviarla in rete. Il pubblico è stato eccezionale: non avevo mai giocato davanti a 5mila tifosi che ti spingono». Conferma Panizzi: «Quando siamo andati sotto hanno continuato a spingerci. Questo ci ha aiutati. Nemmeno a me a Mantova era mai capitato di giocare davanti a tanta gente».
È un dato di fatto che il Mantova, dopo le tre sconfitte in una settimana (Piacenza, Arzignano e Salò), abbia cambiato marcia. «Quando si è con l’acqua alla gola bisogna reagire», sintetizza Panizzi. «Secondo me è uscito fuori l’orgoglio – aggiunge Ghilardi – . Ci siamo parlati e abbiamo capito che rialzarsi era un obbligo. Nelle ultime due gare dobbiamo far leva sull’entusiasmo».
Entrambi i difensori vogliono chiudere in bellezza una stagione non semplice anche a livello personale. «Per me era la prima nei professionisti – fa notare Daniele, che a giugno dovrebbe disputare i Mondiali con la Nazionale U20 – . Il salto dal calcio giovanile l’ho avvertito. All’inizio sono stato penalizzato dalla pubalgia. Penso di essere cresciuto nel tempo». Ancora più rocambolesca l’annata di Erik: prima fuori rosa, poi reintegrato; poi infortunato e infine di nuovo in campo, fino alla fascia di capitano indossata contro la Juve: «Un’emozione e una soddisfazione – rivela lui – . Sono tra i giocatori più esperti e cerco di dare l’esempio ai giovani, allenandomi sempre al massimo. Ho un bel rapporto con loro, c’è stima reciproca». Anche questa può far la differenza quando ci si gioca una stagione in due partite.