MANTOVA E intanto domenica si torna in campo, con il Mantova ospite della Triestina. Grande ex della partita, Andrea Procaccio. Quattro anni in maglia alabardata e personaggio molto amato ed apprezzato dalla piazza triestina, presenta così il match: «La Triestina non è quello che sembra, perché comunque ha fatto una squadra per vincere il campionato. Bisognerà saper approfittare delle loro lacune. Hanno giocatori forti che ti possono risolvere la partita da un momento all’altro. Noi non siamo più il Mantova visto all’inizio del campionato. Abbiamo cominciato a conoscerci meglio, giochiamo bene, riuscendo a portare a termine anche azioni che in allenamento non ci venivano. Il Mantova, essendo una squadra giovane, ha molti ragazzini che piano piano sono riusciti a capire il tipo di categoria. Andremo a Trieste per vincere e giocarcela a viso aperto ».
Andrea ha parlato poi del suo complicato adattamento ai biancorossi: «A livello personale, in campo, sentivo di non essere più me stesso e non riuscivo a trovare il perché. Il lavoro ed il sacrificio mi stanno aiutando molto. Il mister ci dà sempre una grossa mano. Non è affatto facile tenere gli animi distesi e tranquilli, soprattutto in momenti di difficoltà in cui basta poco per scaldarsi. Noi siamo un gruppo che ha lavorato, stando in silenzio. E penso che nelle ultime partite si sia visto».
Sul rapporto con la sua ex squadra, l’ala biancorossa si è espressa così: «A livello professionistico ho giocato solo a Trieste, quindi non ho altri termini di paragone. Spero che i tifosi mi accolgano bene perché in questi anni non ho fatto nulla di male. Ho molti amici là. Voglio riuscire a lasciare il segno, magari tornando anche al gol (Andrea è ancora a quota zero, ndr). A Mantova ho trovato un bellissimo gruppo con tanti giovani, mentre a Trieste c’erano molte personalità forti. Con i nuovi compagni mi sono trovato subito bene e questo si riflette sia nelle vittorie che nelle sconfitte. Il gruppo si vede soprattutto nei momenti di difficoltà. Quella con la Triestina è stata la mia prima esperienza a livello professionale. Arrivavo dalla Serie D, dal Borgosesia, nell’anno in cui avevo smesso di giocare a calcio: in quella stagione riuscii a segnare 14 gol conquistandomi il passaggio in maglia alabardata. Ero il sesto attaccante, ma nonostante ciò sono riuscito a disputare tutte e 44 le partite».
Tornando alla sfida domenicale: «Non sarà facile perché Trieste è una piazza esigente. Mi è capitato di non vincere un paio di gare di fila e di incassare 3/4 gol. Noi dobbiamo giocare sulle loro pressioni. Hanno sia le potenzialità che i giocatori per vincere». Ma, in caso di gol, Andrea esulterà? «Non lo so – la sua risposta – . Di sicuro voglio fare gol».
Samuele Elisse