Calcio Serie D – Il Mantova fa proseliti: anche Savignanese, Crema e Alfonsine dicono no alla ripresa

Guccione in Crema-Mantova
Guccione in Crema-Mantova

MANTOVA Il fronte degli oppositori alla ripresa del campionato di Serie D si allarga. Il Mantova, com’è noto, è stata una delle prime società a rompere gli indugi, nella convinzione che non sussistano le condizioni per completare il torneo in sicurezza. Altri club si sono accodati: Lentigione, Calvina, Ciliverghe, Sporting Franciacorta, Breno, Vigor Carpaneto, Fiorenzuola. Oggi diamo la parola a tre società che, occupando le ultime posizioni della classifica, potrebbero in teoria avere interesse a riprendere a giocare: Savignanese, Alfonsine e Crema. Potrebbero, appunto. Perchè, in realtà, anche secondo loro la stagione non ha ragione di proseguire.
«Il campionato è finito – afferma il presidente della Savignanese  Marco Marconi – . Il nostro girone interessa una zona geografica che ha rappresentato l’epicentro dell’epidemia. Riprendere a giocare è impensabile. Per quanto riguarda i verdetti, penso che congelare le classifiche con 10 partite ancora da disputare esporrebbe la Figc a una valanga di ricorsi. Ma in questo momento, anche se siamo in coda, la classifica è l’ultima cosa che mi interessa. Nella grave crisi che stiamo attraversando e attraverseremo, non so nemmeno se riusciremo a iscriverci a un campionato: dove andremo a reperire i fondi?».
Sulla stessa lunghezza d’onda è  Mattia Gori, allenatore dell’Alfonsine: «Non ci sono le condizioni per riprendere, nè a livello sanitario nè psicologico. Le nostre zone sono le più colpite dal virus. Se dall’alto stanno prorogando la decisione è per motivi di immagine, o legati ad altre questioni scottanti come gli stipendi. I verdetti? La beffa è che hanno interrotto il campionato nell’unica settimana in cui siamo scivolati al penultimo posto, quindi al momento saremmo retrocessi. Al di là di questo, credo che si cercherà di creare meno scontenti possibile. La promozione delle prime e il blocco delle retrocessioni potrebbe essere una soluzione».
Chiudiamo il giro di opinioni con  Giulio Rossi, dg del Crema: «Lavoro per il Crema e sono di Brescia – esordisce – : potete immaginare quanto abbia vissuto “dal di dentro” questa emergenza. Viviamo in una condizione surreale, di totale incertezza. La priorità va alle attività produttive, il calcio passa in secondo piano. Si potrà riprendere a giocare solo quando sarà garantita la massima sicurezza a tutti i tesserati e agli addetti ai lavori. Non credo sia possibile in tempi brevi. Le società lombarde si sono espresse nel voler chiudere qui la stagione. Questo è anche il pensiero del Crema. Nel frattempo, si potrebbe ragionare su una ristrutturazione dei campionati, istituendo un torneo “cuscinetto” tra la Serie C e la D che preveda una forte contrazione delle spese. E permetta l’iscrizione a cifre sostenibili delle società ora ai vertici della D, come il Mantova».