Calcio Serie D – La ricetta di Venturini: “Mantova, per vincere serve umiltà”

Venturini con Brando
Venturini con Brando

Mantova L’ultimo arrivato in casa Mantova (ultimo in ordine di tempo, non certo di valore) si chiama  Andrea Venturini. Il suo acquisto è stato ufficializzato lunedì; il giorno dopo si è aggregato al gruppo. Difensore centrale, classe 1996, si dichiara orgogliosamente romagnolo: «Scrivono che sono bolognese di Budrio, in realtà il “mio” Budrio è in provincia di Forlì Cesena. E poi, a dirla tutta, il mio paese è Gambettola». Chiarite le origini, il loquace e determinato Andrea non ci ha messo molto ad entrare in clima Mantova: «Se sono qui – spiega – è perchè mi ha convinto il progetto a lungo termine, quindi non legato a un solo anno. Nessuno vuole nascondersi: il Mantova vuole vincere il campionato. Questa è anche una responsabilità, ma personalmente me la assumo volentieri». Venturini ha accettato di scendere in D dopo due stagioni in C, con le maglie di Ravenna e Rimini. «Pensavo di restare a Rimini ma… le forze dall’alto (ride,  ndr) non mi hanno voluto. A quel punto, anche consigliato dai miei amici, ho accettato al volo il Mantova. L’ho fatto perchè è una piazza ambiziosa, con una storia importante. Vogliamo riportare la squadra dove merita di stare».
Per farlo, come dicevamo, bisogna solo vincere il campionato. Andrea ha già provato l’ebbrezza nel 2017 col Ravenna (allenato dall’ex giocatore del Mantova  Mauro Antonioli, che lui definisce «il mio babbo»): qual è il segreto? La risposta può sorprendere: «L’umiltà. In qual campionato vinto, il Ravenna era partito per salvarsi. Per la prima parte di stagione siamo rimasti in zona play off, poi da gennaio abbiamo cominciato a vincere e a prendere pochi gol. Più passava il tempo e più ci credevamo. E alla fine siamo stati promossi». Brando e la sua truppa prendano appunti.
Per quanto riguarda il girone, Venturini mette in guardia dalle squadre romagnole: «Sono sempre sul pezzo – avverte – , perciò guai a sottovalutarle. Anche per questo parlavo di umiltà: vanno affrontate con lo spirito giusto. Non conosco invece le squadre lombarde».
Dal punto di vista tecnico, si definisce un difensore centrale. «Che sia a 3 o a 2 poco importa, quello è il ruolo dove rendo meglio. Posso giocare anche terzino, ma in quel caso faccio più fatica a spingere. Non sono altissimo, ma la marcatura e l’aggressività sono le mie qualità migliori». Si è allenato solo due giorni col Mantova, ma sarà a disposizione di  Brando già da domenica: «Diciamo che sono pronto al 95% – conclude – . Quest’estate mi sono sempre allenato col Rimini. Ma, non avendo giocato amichevoli, mi manca un po’ il ritmo partita. Non sarebbe comunque un grosso problema: dovrei essere in grado di gestirmi».