BORGO VIRGILIO «La primavera è la stagione dello sport, quella in cui i campionati si risolvono o più semplicemente godi del lavoro fatto nei mesi precedenti. Ma ora siamo tutti costretti in casa e sentiamo la mancanza del campo, di poter condividere l’entusiasmo dei nostri ragazzi». Inizia così la chiacchierata con Mauro Pastorello, presidente della Polisportiva Borgo Virgilio, che tra calcio (circa 250 ragazzi in attività), pallavolo (200), basket (50), karate (45), tennis (45) e ginnastica (100) mette a disposizioni le proprie strutture e tecnici a quasi 700 atleti, dai più piccoli alla terza età. «L’emergenza sanitaria – prosegue Pastorello – ci ha colpiti duramente. Da subito la nostra linea è stata quella di salvaguardare la salute dei ragazzi interrompendo le attività come richiesto dagli organi competenti».
Come passa le giornate il presidente della Polisportiva?
«A casa, naturalmente, come tutti. Mantengo contatti con i responsabili di tutti i settori, insieme monitoriamo la situazione, siamo collegati costantemente alle varie federazioni, tiriamo le fila per programmare la prossima stagione».
Con quali prospettive?
«Ci saranno delle difficoltà economiche, questo è certo. Prevedo un quasi azzeramento degli sponsor, difficoltà per alcuni di pagare le quote, l’impossibilità di raccogliere fondi attraverso iniziative come il torneo di calcio giovanile Novellini o la festa d’estate. Verrà meno, insomma, un 25-30% del nostro budget».
Eppure state pensando di rimborsare parte delle quote già versate di questa stagione…
«Stiamo studiando un piano di indennizzo, abbiamo alcune idee sul tavolo e ci confrontiamo sulle modalità con altre società. Anche queste sono però risorse che mancheranno nei bilanci della prossima stagione».
E come pensate di correre ai ripari?
«Inevitabilmente dovremo stringere la cinghia, come si dice. Ciò detto, la Polisportiva si è strutturata finanziariamente abbastanza bene, le persone hanno capito la situazione e si comportano di conseguenza. Penso agli allenatori, che sono stati molto sensibili e hanno rinunciato ai rimborsi a partire da marzo. Ci aspettiamo collaborazione anche dalle varie federazioni. Tutte le società saranno costrette a percorrere strade nuove».
Quali?
«Unire le forze, per esempio; far giocare i ragazzi del vivaio nelle prime squadre, ridimensionare le aspettative. Il nostro movimento si fonda in gran parte sull’attività di base, i più giovani insomma. Il serbatoio quindi non ci manca. E sono certo che incrementeremo i numeri».
E’ ottimista insomma…
«Sì, perchè abbiamo al nostro fianco il Comune, che ci ha sempre sostenuto dal momento che svolgiamo un’attività sociale. Un ragazzo che fa sport e un ragazzo in meno sulla strada. E poi confido nel fatto che, quando l’emergenza sarà finita, ci sarà una grande voglia di socialità. Riscopriremo valori che davamo per scontati, come la gioia di stare insieme e fare sport all’aria aperta. Abbiamo ottime strutture, il campo da calcio appena seminato non è mai stato così bello. Ora sono chiuse, ma le riapriremo. Ci dicano come e quando, non abbiamo nessuna intenzione di fermarci».