Pattinaggio – Anna Remondini: “Mondiale? La speranza resta, ma…”

Anna Remondini e Daniel Morandin

FORLI’ Come ogni disciplina sportiva, anche il pattinaggio è stato messo in lockdown dall’emergenza Coronavirus per due mesi. Basta allenamenti, proprio nel periodo clou prima degli eventi più importanti, previsti in estate. E proprio il mese scorso, in conseguenza della grave situazione sanitaria, la Federazione ha deciso di rinviare al 2021 la prima e attesissima edizione degli Italian Games, che avrebbe dovuto svolgersi a Riccione dal 5 giugno al 12 luglio. Una sorta di piccola Olimpiade, tra Campionati Nazionali e Coppa Italia di tutte le discipline di pattinaggio e dello Skateboarding. Una decisione inevitabile, che però ha compromesso la preparazione e i progetti degli atleti. Un appuntamento che soprattutto Anna Remondini stava aspettando con ansia, determinata a difendere il primo titolo italiano vinto in carriera in singolo, l’anno scorso, e perché no, a portare a quattro di fila quello nella coppia danza con Daniel Morandin. Un duo davvero imbattibile in questi anni, sia in Italia, sia fuori confini, dall’alto dei loro tre ori mondiali consecutivi. «Credo che il rinvio del campionato – spiega l’atleta mantovana tesserata per il Forlì Roller – sia stato doveroso in quanto la situazione di emergenza si è fatta più grave del previsto e nessun atleta era nella condizioni di continuare a praticare la propria attività in totale sicurezza». Il punto di domanda adesso è un altro: che ne sarà del Campionato del Mondo 2020 previsto dal 30 settembre al 10 ottobre ad Asunción in Paraguay? Non vi sono ancora notizie ufficiali al riguardo, ma è difficile che l’evento possa essere confermato. Anna spiega bene la situazione: «La competizione iridata è a rischio. Non sappiamo ancora se le date rimarranno quelle, anche perchè credo sia impossibile per una Federazione oggi prenotare dei voli per il Paraguay, e sicuramente noi dall’Italia non potremo muoverci almeno sino a fine 2020. La speranza rimane, ma dobbiamo anche guardare in faccia la realtà. E tra l’altro ancora non sappiamo bene come riprendere gli allenamenti o sanificare un ambiente chiuso come un pattinodromo. Con la scuola da casa ho abbastanza lavoro e vado avanti così. In me ci sono tanta amarezza e tanta rabbia, anche per i sacrifici fatti per mesi. Siamo agonisti e la competizione è il nostro pane. Devo ammettere che ho sofferto molto. Vediamo in questi mesi cosa succede per il Mondiale». La speranza, anche se piccola, di ammirare in pista la “nostra” campionessa rimane, per poter applaudire l’ennesima impresa sportiva. (cris)