MANTOVA Uno stillicidio continuo di denaro, solo in parte sostenuto dal ministero. È quello che si prospetta per quasi tutte le opere pubbliche in cantiere, o prossime a esserlo, in seguito all’aumento esponenziale dei costi dei materiali e dell’energia.
Gli ultmi due esempi che risultano dalle determinazioni dei dirigenti riguardano la nuova palestra di Fiera Catena annessa al maxi-progetto di Mantova Hub, e la rotatoria di Te Brunetti fra via Gian Battista Visi e via Maria Bellonci. Nel primo caso i rincari si aggirano attorno ai 100mila euro, mentre nel secondo ammontano a 116mila. Tutti aumenti pressoché indolori per le casse di via Roma, dal momento che a soccorrere la stazione appaltante, ossia il Comune stesso, sono arrivate le provvidenze ministeriali previste per fronteggiare appunto la lievitazione dei costi.
Per la palestra l’ente ha già versato 52.559 euro, come 50% del fondo per l’adeguamento prezzi del 1° semestre 2022 erogato dal Mit; cifra che va ovviamente raddoppiata sulla base degli stati di avanzamento successivi. Per la rotatoria di Te Brunetti invece lo stanziamento ministeriale datato al 13 aprile scorso era stato di 116.347 euro, anch’esso in ragione della revisione dei prezzi dei materiali nei contratti pubblici «per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi di alcuni materiali da costruzione».
Come spiegano in Comune, non si tratta di varianti progettuali apportate ai disegni, né di calcoli errati sui computi metrico-estimativi, bensì di inevitabili scostamenti dovuti ai differimenti delle esecuzioni in cantiere (in parte anche ritardati dalla pandemia) rispetto ai tempi dei bandi già vinti dall’ente. Talvolta addirittura gli aumenti rendicontati dalle ditte appaltatrici vengono assorbiti dai ribassi d’asta proposti dalle stesse in sede di gara. Ne consegue che per l’amministrazione non verrà accusato alcuno squilibrio di natura finanziaria, e che tutte le opere programmate, e già inserite nei piani triennali, verranno comunque portate a compimento.