MANTOV A Caritas diocesana e Osservatorio delle povertà della Diocesi di Mantova hanno presentato ieri mattina “Sulle strade e nelle case della gente”, il rapporto sulle attività della rete dei centri di ascolto della Caritas mantovana, relativo all’anno 2021. La rete dei Centri di Ascolto della rete Caritas nel corso del 2021 ha incontrato 3107 nuclei famigliari raggiungendo, nel complesso, circa 10700 persone. L’incidenza degli utenti con residenza nei comuni della provincia di Mantova è del 20,35 per mille, ma se si considerano anche le persone presenti (con residenza in altre province oppure che non hanno alcuna residenza, tale dato si eleva al 26,31 per mille. L’utenza Caritas registra una flessione del 10% sul 2020. Calano maggiormente gli stranieri (-11%), rispetto agli italiani (-7%). Tale flessione non è stata regolare nel territorio della provincia. I centri attorno a Mantova, infatti, hanno registrato tutti un incremento dell’utenza rispetto al 2020 con incrementi percentuali anche consistenti. Gli stranieri rappresentano circa il 69% dell’utenza. Si registra una forte prevalenza di cittadini marocchini. In aumento la presenza dei pakistani, che nel corso del 2021 hanno cominciato ad arrivare con forti flussi chiedendo il riconoscimento di rifugiati. Si è osservato anche un forte ricambio nell’utenza ai centri Caritas con una quota di nuovi accessi del 34% che hanno interessato soprattutto i centri di Mantova (+37%) e di Castiglione (+32%). Gli italiani, che rappresentano il 31% dell’utenza Caritas, hanno un’età media notevolmente più elevata degli stranieri (circa 42,6 anni, contro i 32,1 degli stranieri), con una quota di persone ormai fuori dal mercato del lavoro e con situazioni di disagio più radicate. Per essi i percorsi di aiuto e di accompagnamento richiedono spesso maggiore intensità e durata e sollecitano la rete dei servizi ad un lavoro coordinato e continuativo. Il 14% degli utenti è privo di residenza. Si tratta prevalentemente di cittadini stranieri, ma si annoverano anche numerosi casi di persone italiane. Nella quota degli stranieri privi di residenza ha un fattore piuttosto rilevante la condizione di irregolarità rispetto alle norme sul soggiorno, che coinvolge circa 11% degli stranieri (dunque una minoranza rispetto ai fruitori dei centri Caritas), ma che non esaurisce la platea delle persone prive di iscrizione anagrafica. Il dato dell’assenza della residenza è anche un indicatore della presenza di situazione di grave emarginazione sociale, che ha coinvolto 306 persone (quasi il 10% dell’utenza), prevalentemente stranieri (83% delle persone in questa condizione) e che si concentrano attorno al comune capoluogo (92% di questa popolazione). Si tratta per il 97% di uomini adulti. Nei mesi invernali, a seguito delle condizioni climatiche più severe, la presenza di persone in condizione di esclusione abitativa accresce la necessità di ampliare la capacità ricettiva delle strutture di accoglienza per scongiurare il rischio di morti per freddo. Ciò avviene in una situazione di grande intasamento delle strutture esistenti che faticano ad assorbire per intero la domanda di questo bisogno in crescita. L’esperienza di aiuto alle famiglie colpite dalla crisi economica, che trova la sua espressione più avanzata con il servizio diocesano denominato Proximis, programma per interventi di microcredito sociale, consente di intercettare situazioni di disagio economico da tutti i territori della provincia. Sono in crescita, sia il numero di situazioni contattate ed accompagnate, sia l’intensità, la qualità e la diffusione dei fenomeni di sovraindebitamento e di intervento economico. Nel complesso, ai 281 nuclei accompagnati nel corso del 2021, dei quali 116 nuovi, sono state erogati interventi per oltre 102.771 euro. Oltre agli interventi economici, sia di natura finanziaria, sia di erogazione di contributi, il servizio ha svolto azioni di accompagnamento, educazione finanziaria, mediazione, ricognizione e ricostruzione delle situazioni debitorie. Si consideri che, dei circa 1400 servizi erogati, il 66% (ovvero i due terzi) sono riconducibili ad azioni di accompagnamento e costituiscono il primo e il più importante intervento che viene offerto. Rispetto alle nuove situazioni di sovraindebitamento, che rappresentano circa il 50% delle nuove situazioni incontrate (54 situazioni su 116), esse risultano prevalentemente coinvolgere italiani (circa il 90% dei sovraindebitati) con un’età media del richiedente di 53 anni e con un reddito mediano di 1000 euro mensili. Essi sono prevalentemente pensionati italiani con un’età media di 64 anni e che vivono soli. Richiedono forme di intervento differenziate rispetto ai nuclei più giovani, quando l’intervento viene prevalentemente polarizzato sui figli.