MANTOVA Esattamente sette anni fa si era reso responsabile di un’aggressione perpetrata ai danni di un anziano, nella circostanza rimasto poi ferito, con il quale si era messo poco prima a litigare. Circa l’ipotesi di reato di lesioni personali aggravate era così finito a processo un cinquantenne pregiudicato italiano residente nell’hinterland cittadino. Nello specifico i fatti a lui ascritti risalivano al 28 aprile 2016 quando, davanti a un bar di Castelbelforte, un banale diverbio occorso tra l’imputato e un 70enne del paese era degenerato oltremodo, fino a sfociare in colluttazione fisica. Stando infatti a quanto riportato nel capo d’accusa, motivo scatenante l’alterco era stato un rimbrotto rivolto dall’anziano al rivale più giovane al quale non andava giù la frequentazione, da qualche tempo, intrapresa dalla propria figlia con il cinquantenne. Una volta innescata la miccia della contesa gli animi si erano così irrimediabilmente accesi, passando in breve dalle parole alle vie di fatto. Nella concitazione del momento il pensionato, dopo un primo tentativo di difesa, era quindi stato strattonato a più riprese per poi venire sbattuto a terra, e riportando nella caduta la frattura di un dito. Immediati erano così scattati i soccorsi con l’uomo trasportato d’urgenza in ospedale per i primi accertamenti clinici. Una ferita che, come testimoniato in aula pure dalla figlia della parte lesa escussa in qualità di testimone, aveva necessitato di una duplice operazione chirurgica, non sufficiente però per ripristinare l’originaria funzionalità della falange. Ieri mattina in tribunale, l’epilogo giudiziario di primo grado della vicenda. Considerate le diverse aggravanti contestategli, tra cui quella del danno permanente alla persona offesa, nonché i suoi precedenti penali l’imputato è stato quindi condannato dal giudice Enzo Rosina a tre anni, senza sospensione condizionale della pena, a fronte dell’anno di reclusione avanzato in requisitoria dal pubblico ministero.