ACCADDE OGGI

Era la versione televisiva di una pagina come questa. “L’Almanacco del giorno dopo” è stata una rubrica a cura del Tg1, trasmessa su Rai Uno dal 1976 al 1992, per essere poi ripresa in forma rivisitata all’interno di altri programmi radio e tv come “Geo & Geo” (nel 1995)

L’esordio di lunedì, il 25 ottobre di quarantaquattro anni fa. Andava infatti in onda tutti i giorni dal lunedì al sabato alle ore 19:45 su Raiuno ed era seguita da “Che tempo fa” alle ore 19:50; lo scopo di entrambe le trasmissioni era quello di fare da traino al Tg1. Il programma, curato da Giorgio Ponti, Diana De Feo e Flora Favilla, ha iniziato le trasmissioni in bianco e nero. La prima puntata a colori risale al febbraio del 1977. Da quel momento il programma si è andato via via arricchendo con varie rubriche.
L’Almanacco iniziava indicando l’orario in cui il sole sarebbe sorto e tramontato, e la luna si sarebbe levata e sarebbe calata il giorno successivo. Seguiva una breve biografia del santo del giorno, con le immagini, sul chromakey alle spalle della conduttrice, riprese dalle stampe e dalle incisioni di Jacques Callot.
Successivamente, si entrava nel corpus del programma “Domani avvenne” con filmati storici, dedicati a un fatto del giorno. C’erano poi delle rubriche quotidiane con l’alternanza di vari esperti: “In cucina” di Vincenzo Buonassisi, “Le Erbe”, “Fatelo da Voi”, “Le piante e i fiori”, “Dalla parte degli animali” di Danilo Mainardi (rubrica fissa del lunedì, spostata poi nel 1991 al venerdì). Con il passare degli anni le rubriche hanno subito degli aggiornamenti e si è passati a “Le pietre raccontano” di Sabatino Moscati (rubrica fissa del martedì, spostata poi nel 1991 al sabato), “Vecchio e antico” di Claudio Gasparini (rubrica fissa del mercoledì, spostata poi nel 1991 al lunedì), la famosa “Conosciamo l’italiano?” di Cesare Marchi (in onda tutti i venerdì) poi sostituito da “Effetto Terra” condotto dal giornalista e biologo Luigi Bignami, “Le buone maniere ieri e oggi” condotto da Giovanni Nuvoletti (rubrica fissa del giovedì), “La fiera delle vanità” di Diego Dalla Palma (rubrica fissa del sabato, spostata poi nel 1991 al mercoledì) e “Saggezza dagli antichi erbari” di Salvatore Pezzella (rubrica del venerdì, solo nell’estate del 1991). 

Chiudeva la trasmissione una citazione famosa affidata agli speaker della Rai e la sigla di coda, anche se in origine la chiusura vedeva i consigli degli esperti. La conduttrice, Paola Perissi, è rimasta il volto storico della striscia quotidiana fino al 1987.
Le raffigurazioni dei mesi dell’anno che scorrevano sulla sigla di apertura erano tratte dalle antiche stampe dell’incisore bolognese Giuseppe Maria Mitelli e raffiguravano: gennaio – un uomo con in mano due secchi che perdono acqua; febbraio – un uomo mascherato (probabilmente in onore del Carnevale) con in mano dei pesci; marzo – un uomo magro, vestito di stracci, con in una mano un cesto di verdure e nell’altra rami di una pianta, reggendo una sorta di bandiera; aprile – un uomo con una pala in mano, un cappello con le piume in testa mentre abbraccia una mucca dinanzi a sé; maggio una donna giovane (l’unica, probabilmente  ricordare il mese mariano) disegnata di tre quarti con in mano un tamburo e vari strumenti musicali; giugno un pescatore con una retina e una granseola; luglio – un contadino mentre porta un fascio di grano; agosto – un uomo che beve da una pinta; settembre un uomo mentre assaggia un grappolo d’uva; ottobre un ballerino; novembre – un taglialegna al lavoro; dicembre – un uomo alato con in mano una pozione mentre cura un anziano.

La sigla, “Chanson Balladée” ispirata a una melodia francese trecentesca di Guillaume de Machaut, è del maestro Antonino Riccardo Luciani, venuto a mancare lo scorso 29 gennaio all’ospedale di Careggi a Firenze, dopo una lunga malattia, all’età di 89 anni. Nato a Palermo nel 1931, si era trasferito con la famiglia a Firenze all’età di due anni. Ultimo allievo della scuola di Rosario Scalero e diplomato con Vito Frazzi al Conservatorio “Luigi Cherubinì” di Firenze, era entrato in Rai nel 1963.

Tiziana Pikler