Addio Daniela Ferrari: per lei l’archivio non aveva segreti

MANTOVA Vasto cordoglio ha suscitato già nella mattinata di ieri la notizia della scomparsa di Daniela Ferrari a 69 anni, dopo una lunga lotta contro un male incurabile. Sotto la sua direzione, durata 25 anni, l’Archivio di Stato aveva segnato una svolta in senso innovativo, grazie all’introduzione fortemente da lei voluta della scuola di paleografia e diplomatica (discipline volte a decifrare i testi antichi) oltre che del percorso di digitalizzazione dei documenti storici.
Grazie anche a lei l’archivio di via Ardigò ha acquisito importanti fondi di famiglie nobili mantovane, dai Castiglioni ai Capilupi, dagli Arrigoni ai Cavriani. Nel 2015 era passata alla direzione dell’Archivio di Satto di Milano, prima di collocarsi in quiescenza all’insorgere della malattia.
Complessivamente, 35 anni dedicati all’organizzazione del patrimonio documentale virgiliano, cioè da quando vi entrò fresca di laurea in lettere. Numerosi i suoi contributi in campo scientifico, che l’hanno portata anche alla cattedra universitaria alla Cattolica di Brescia e poi a Mantova. Da ultimo aveva ricevuto anche la presidenza dell’Istituto di Storia contemporanea. Lascia le figlie Elisa e Cecilia e un grande vuoto nella cultura della città.