Secondo una nuova analisi, nel corso 2022 la somma dell’energia eolica e di quella solare prodotta nell’Unione Europea ha superato per la prima volta la quantità di energia elettrica prodotta da qualsiasi altra fonte. Secondo un rapporto del thinktank climatico Ember, nel corso dello scorso queste due fonti pulite hanno infatti fornito un quinto dell’elettricità dell’UE, una quota maggiore rispetto a tutte le altre principali fonti: gas, nucleare, idroelettrico e carbone.
I nuovi impianti creati negli ultimi anni per catturare sole e vento hanno così aiutato l’Europa a sopravvivere a una “triplice crisi” creata dalle restrizioni sulle forniture di gas russo, da un calo dell’energia idroelettrica causato dalla siccità e da impreviste interruzioni del nucleare.
In particolare, circa l’83% del calo dell’energia idroelettrica e nucleare è stato coperto dall’energia eolica e solare e dal calo della domanda di elettricità. Il resto è stato sopperito dal carbone, che è comunque cresciuto a un ritmo più lento di quanto ci si aspettasse nonostante la chiusura dei rubinetti russi.
Secondo le stime, la produzione di energia solare nell’UE ha registrato un aumento record del 24% nel corso 2022, contribuendo a evitare costi di gas per 10 miliardi di euro. Da maggio ad agosto, il solo contributo dei pannelli fotovoltaici ha fornito all’Unione il 12% dell’energia, superando per la prima volta nella storia la soglia del 10%. Purtroppo l’Italia, pur avendo aumentato la quota di energia pulita dal sole, è rimasta al di sotto di questo traguardo virtuale, ancora lontana da Paesi Bassi, Grecia e Spagna e, nell’ultimo biennio, superata persino dalla Germania.
Secondo le stime degli analisti di Ember, la crescita dell’eolico e del solare dovrebbe continuare anche quest’anno, mentre la produzione idroelettrica e nucleare dovrebbe riprendersi. Di conseguenza, nel 2023 la produzione di energia da combustibili fossili potrebbe calare di un 20%: un nuovo record e un piccolo passo verso la transizione energetica. (eg)