Mantova-Milano, ora basta: l’Utp va dai magistrati

MANTOVA

Mantova Il regionale delle 18.42 da Mantova diretto a Milano ieri ha cumulato mezzora di ritardo. Il giorno prima lo stesso treno in partenza da Milano alle 20.20 di minuti di ritardo ne ha contati 50… Mezz’ora, cinquanta minuti, un’ora, ritardi e soppressioni: sono tutti disservizi che ormai non fanno nemmeno più notizia se riferiti alla tratta ferroviaria Mantova-Milano. Da qui il grido disperato dei pendolari che spesso nemmeno vengono avvisati nelle stazioni di quanto sta accadendo.
A questo punto scatta però la reazione del sindacato degli utenti del trasporto pubblico Utp. Anni e anni di rimostranze a Trenord non sono servite, così come pure alcuni esposti alla magistratura. «Ricorreremo all’autorità garante e alla Corte dei Conti», annuncia Andrea Bertolini, segretario territoriale dell’Utp.
Ma perché il garante dell’anti-trust? «Perché servono verifiche molto accurate per questo affidamento diretto da parte della Regione a Trenord: vedremo se sia regolare o meno».
E perché la Corte dei conti? «Per lo stesso motivo: vorremmo sapere perché a Trenord siano stati aumentati gli emolumenti nonostante la scarsità del servizio. Io non faccio contratti per 10 anni con aumenti di stipendio, senza che questi abbiano dato un miglioramento del servizio – argomenta Bertolini –. La logica è che io ti rinnovo i contratti, ma visti i disservizi di cui sei responsabile te li diminuisco. L’ex governatore Formigoni lo ha sempre fatto con Trenitalia. Adesso invece, poiché Trenord è partecipata al 50% da Ferrovie Nord Milano, a loro volta controllate al 100% dalla Regione, non si fa niente per migliorare. A fronte di questi disservizi, i biglietti in 10 anni sono aumentati del 100%. In Trenitalia molto meno, perché a Trenitalia, se tolgono servizi, tolgono i soldi. Ma se tagli i soldi a Trenord, quella taglia i treni» conclude Bertolini.