Il 3 giugno l’Italia riapre le proprie regioni per tutti

ROMA Si va verso la conferma della data del 3 giugno per la riapertura dei confini regionali, senza alcuna differenziazione, ma con un occhio attento ai dati epidemiologici dei prossimi 4 giorni, per arrivare all’ok definitivo. Anche perché l’unico appiglio per fare dei distinguo tra Regioni è legato a doppio nodo alla curva epidemiologica. Questa la sintesi della riunione a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte, i capi delegazione di maggioranza e i ministri interessati. Via libera con riserva, dunque. “Al momento in Italia non vengono riportate situazioni critiche relative all’epidemia di Covid-19” rivela il monitoraggio degli indicatori per la cosiddetta Fase 2 nella settimana tra il 18 e il 24 maggio, eseguito dall’Istituto superiore di sanità e dal ministero della Salute. “Nel Paese continuano a essere rafforzate a livello regionale politiche di testing e screening in modo da identificare il maggior numero di casi realizzando azioni di isolamento e quarantena/monitoraggio dei contatti stretti (ovvero realizzando la strategia test-track-trace). Nonostante questo abbia aumentato la sensibilità dell’accertamento diagnostico, nella pressoché totalità delle regioni e province autonome il trend settimanale dei nuovi casi diagnosticati per data di diagnosi/prelievo è in diminuzione e gli indici di trasmissibilità (Rt) sono al di sotto di 1. Per quanto riguarda la stima dell’Rt, si sottolinea che quando il numero di casi è molto piccolo, alcune Regioni possono avere temporaneamente un Rt superiore a 1 a causa di piccoli focolai locali che finiscono per incidere sul totale regionale, senza che questo rappresenti un elemento preoccupante”, evidenzia l’Iss (è il caso di Molise con Rt 2,2 e Umbria con Rt 0,94, mentre ha valori inferiori la Lombardia (Rt 0,75), dove lunedì riaprono piscine, palestre e parchi tematici.