Il Poma “zittisce” i suoi dipendenti: De Donno sparisce

MANTOVA Un mercoledì da bufera sulla sanità virgiliana che non ha mancato di sollevare interrogativi in migliaia di persone. A dare l’innesco è stata l’interruzione dell’intervento del dottor  Giuseppe De Donno, titolare della pneumologia del “Poma”, vui  Bruno Vespa ha tolto la parola durante la puntata di “Porta a porta” di martedì, durante la pausa pubblicitaria, senza più restituirgliela nel corso della puntata.
Immediati effetti di quel brusco black out, proprio mentre lo pneumologo mantovano illustrava dai media nazionali i casi della cura sperimentale praticata a Mantova, sono stati gli ordini partiti dall’alto per obbligare i professionisti operanti nell’ambito dell’Asst locale al silenzio. La riunione del 5 maggio, ore 15, del team di Unità di crisi trasmetteva alla direzione strategica dell’ospedale di comunicare che  «la struttura comunicazione è l’unico canale comunicativo ufficiale dell’Asst. Si ribadisce che nessun professionista è autorizzato a diffondere a terzi i dati aziendali e/o dati riguardanti le sperimentazioni per le quali i risultati non siano ancora stati pubblicati senza l’autorizzazione rilasciata dalla Direzione attraverso coinvolgimento della dottoressa Elena Miglioli come da regolamento vigente».
Lo stesso bollettino n. 52 del team dell’Unità di crisi avvisa che  «l’articolo relativo alla sperimentazione con il plasma convalescente è stato sottoposto al “New England Journal”, siamo in attesa della risposta per la definitiva validazione dei dati che dovrebbero giungere entro la prossima settimana».
Dunque, una posizione di massima cautela, che lascerebbe intravedere anche interventi dall’alto, e più alto dell’alto. Sospetti che trovano peraltro riscontro nella coincidenza che il “silenzio” per De Donno imposto da Vespa ha avuto nella giornata di ieri uno strascico molto sospetto.
Proprio la comunicativa di De Donno, che nei giorni scorsi aveva raccolto numerose attestazioni di fiducia, ieri si è interrotta improvvisamente sui social network. Tutte le pagine dello pneumologo sono state chiuse: ufficialmente dallo stesso professionista, che ha così ottemperato alle direttive del team dell’Unità di crisi; ufficiosamente – come invece sospettano in molti sulle pagine di Facebook e di Instagram – per quei soliti “poteri forti” che autorizzano a coltivare la ragione del sospetto e del complotto.